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Leadership femminile: la maternità è crescita professionale


Illustrazione by @jadepurplebrown

È un paradosso che fino ad oggi si sia parlato di leadership ignorando completamente la più istruttiva e vitale delle esperienze: quella di chi cura, fa crescere e rende forte un altro essere umano” (R. Zezza, A. Vitullo)

Cucinare, stirare, fare la lavatrice, vestire i bambini e raccontargli la favola della buonanotte, parlare con la baby sitter, andare a giocare al parco e a colloquio dalla maestra...

Per quanto le cose stiano cambiando, sappiamo bene che queste attività sono state considerate, per anni, tradizionalmente femminili o, meglio ancora: da mamma. La brava mamma, infatti, è dedita ai bambini e alla casa, mentre il padre va al lavoro e si occupa dell’aspetto finanziario. Una chiara divisione di genere che ha attraversato i secoli e di cui ancora percepiamo le conseguenze. Due mondi distinti, dunque, dettati dalla società: quello femminile legato alla cura e quello maschile alla carriera. Due universi che, nonostante le lotte agli stereotipi di genere, continuano ad essere difficilmente conciliabili.

Infatti, in un’epoca in cui rimanere incinta può ancora costare il posto di lavoro o rallentare la carriera, essere allo stesso tempo mamme e manager continua a rivelarsi una sfida. Ma queste due figure sono davvero così distanti tra loro? Nel libro “Maam: La Maternità è un master che rende più forti uomini e donneRiccarda Zezza e Andrea Vitullo si pongono la stessa domanda. Il libro

intraprende un vero e proprio viaggio per analizzare la maternità al di là degli stereotipi e ciò che ne emerge è allo stesso tempo semplice e rivoluzionario.

La fondatrice del progetto Maam, Riccarda Zezza, con il libro scritto insieme ad Andrea Vitullo

Per anni il racconto che la nostra società ha fatto della maternità ha ingabbiato questa esperienza all’interno di confini precisi legati alla creazione, all’accudimento e alla protezione. Questo ha impedito alle madri di capirne a pieno le potenzialità al di fuori degli schemi classici. Così, come osservato dai due autori, “anche la più formativa delle esperienze come la maternità resta un semplice fatto della vita se non viene guardata con gli strumenti adatti. Ma basta un cambio di contesto, e un momento della vita diventa un’esperienza di leadership”. Ed è proprio così che il libro presenta la maternità: un’esperienza di leadership che inizia già dai primi mesi di gestazione, quando la donna vede il suo corpo e la sua vita trasformarsi per fare spazio ad un nuovo individuo: “Sole, ma più forti e determinate, nel bisogno di creare uno spazio sicuro di fronte all’incertezza, le future madri diventano ‘natural born leaders’. Solo che non lo sanno.”

Le neo-mamme iniziano una vera e propria “palestra di leadershipche resta, però, il più della volte circoscritta alle mura domestiche. La capacità di far fronte ai bisogni in costante evoluzione del bambino, la necessità di prendere continuamente decisioni e sviluppare soluzioni rapide ai problemi che si presentano, il senso di responsabilità e, allo stesso tempo, il bisogno di imparare a delegare, sono tutte qualità fondamentali nel mondo del lavoro, tratti caratteristici di un vero leader (e di una brava madre). L’immenso patrimonio di soft skills dato dalla maternità potrebbe dunque rivelarsi un’incredibile ricchezza anche in ambito lavorativo, se solo si cambiasse prospettiva eliminando il contrasto famiglia-lavoro e imparando a riconoscere l’importanza di una leadership femminile (vista come modello applicabile al di là del genere).

Proprio a questo scopo è nato il progetto Maam (Maternity As A Master) che mira a mettere in pratica questa visione della genitorialità, grazie alla creazione di un vero e proprio corso di formazione aziendale. Il programma viene proposto alle neo-mamme e ai neo-papà che, tramite un supporto digitale, possono accedere ad una piattaforma che gli consentirà di tramutare le esperienze quotidiane da genitore in soft skills essenziali nella vita lavorativa (“Dieci negoziazioni con un figlio sono una palestra per qualsiasi negoziazione sul lavoro”). Il progetto, che è stato già abbracciato da aziende come Barilla, Coca Cola, Danone e BCG, valorizza il ruolo delle esperienze personali nello sviluppo di competenze lavorative e favorisce la riscoperta di abilità già presenti nella persona.

I meriti di Maam sono molteplici. Oltre a smorzare i confini esistenti tra vita familiare e lavorativa, creando una commistione proficua tra i due ambiti, favorisce una genitorialità che, a prescindere dal genere, rappresenta una forte opportunità di crescita personale.

Ma, soprattutto, Maam fa bene alle donne, stravolgendo il tradizionale discorso sulla maternità, per portare alla luce una leadership che nasce dalla cura del prossimo, “dà forza invece di toglierla”: difficilmente il futuro mondo lavorativo potrà farne a meno.

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