"Voglio colorare sopra i terribili ricordi che la guerra ha lasciato sui muri"
Shamsia Hassani
La Street Art, lo dice la parola stessa, nasce nelle strade: invade i luoghi pubblici e gli edifici per entrare nella vita quotidiana di chi li abita. Forse è proprio per questo bisogno di calarsi tra i muri e le vie della città che questa forma d'arte è intrinsecamente legata al territorio e riesce a parlarcene in modo profondo e quasi intimo. Questo, almeno, è ciò che riesce a fare Shamsia Hassani, la prima street artist afgana, che con i suoi graffiti racconta il complesso volto di Kabul.
Shamsia, classe 1988, è nata in Iran da genitori afgani in fuga dalla dittatura talebana. In Iran non le è permesso studiare, ma quando, finita la guerra, la famiglia ritorna in Afghanistan, Shamsia inizia a studiare arte e si iscrive all'Università di Kabul dove ora insegna disegno. Al suo arrivo in Afghanistan, Shamsia trova il suo Paese d'origine dilaniato tra un passato di guerra e distruzione ed un futuro incerto pieno di incongruenze: "Sentivo che il cielo, la terra, l'aria gli uccelli mi appartenevano. Anche se era pieno di rovine, erano le mie rovine!". Ed é proprio nel tentativo di regalare un po' di speranza ai suoi concittadini che la ragazza rimane stregata dal potere della street art e dei graffiti, conosciuti durante un workshop. Inizia a vedere, nei muri devastati dalla guerra, delle tele su cui potersi esprimere: "Tramite i graffiti voglio coprire i brutti ricordi della guerra, allontanarli dalle menti delle persone". La street art diventa quindi un mezzo per partecipare alla ricostruzione, portando colore nel grigiore di una città in macerie: "Le persone in Afghanistan non vanno a vedere mostre e gallerie d'arte, ma della mia arte possono goderne tutti. Gli basterà passare davanti ad un muro ogni giorno e i miei disegni porteranno un po' di colore nelle loro vite".
I graffiti di Shamsia non passano certo inosservati e il contrasto tra le figure colorate e le pareti grigie degli edifici diroccati è potente. C'è, però, anche un altro fattore che rende l'arte della ragazza piuttosto sovversiva come, del resto, tutta la street art che si rispetti. I suoi soggetti principali sono donne, figure femminili avvolte nello chador che fanno capolino tra le vie della città in pose leggiadre, spesso danzando o suonando uno strumento musicale. Il messaggio di Shamsia quindi è chiaro: Kabul ha bisogno di colore, speranza e musica per tornare a vivere, ma sopratutto ha bisogno delle sue donne: "In molti dimenticano le tragedie che colpiscono le donne afgane: voglio dipingere donne con il burqa ovunque per ricordarlo. Cerco di rappresentarle più grandi di come sono in realtà, moderne, felici e in movimento, forse più forti di come sono in realtà. Voglio che le persone inizino a vederle in modo diverso".
La battaglia di Shamsia non è certo delle più facili. In una società tradizionalmente patriarcale che vede la donna come più adatta a stare in casa che al lavoro, una ragazza che dipinge i muri per strada non è sempre vista di buon occhio. Shamsia è consapevole dei pericoli che corre e proprio per questo ha sviluppato diversi accorgimenti. Ad esempio struttura i suoi disegni in modo da poterli realizzati in poco tempo (anche 15 minuti) e sceglie con attenzione i luoghi dove realizzare i graffiti, prediligendo zone isolate ed evitando gli orari di punta. Difficile dire come gli abitanti di Kabul percepiscano la sua arte, c'è però da osservare che, per il momento, nessuno dei disegni è stato mai rimosso.
La strada verso la ricostruzione si intreccia con la storia delle donne afganeLe immagini spesso sono più potenti delle parole, è un modo gentile per continuare a lottare, perché lottare è ciò che faccio con la mia arte". L'arte di Shamsia è ormai molto conosciuta e spesso descritta come un simbolo della difficile rinascita di Kabul oltre che della situazione femminile in Afghanistan. Ma ciò che emerge dai graffiti di Shamsia è proprio come i due aspetti siano inscindibilmente connessi. , i loro diritti e la loro capacità di definirsi, rappresentarsi e uscire nelle strade per contribuire ad un futuro migliore. Ecco perché i graffiti di Shamsia mandano un messaggio profondo che non può essere ignorato: "