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Coppetta Mestruale: tra inconvenienti e Women Empowerment


Il giorno in cui ho comprato la mia prima menstrual cup ero iper-speranzosa: pronta ad entrare nel magico mondo delle coppette mestruali e godere anche io di tutti i benefici promessi.

Le coppette, infatti, hanno moltissimi lati positivi: fanno bene all'ambiente, ma anche al nostro portafoglio (una volta comprata, una coppetta dura per molto tempo), sono più igieniche e più pratiche (basta con il problema degli assorbenti dimenticati a casa!). Insomma, c'è chi dice che siano in grado di compiere una piccola rivoluzione nella vita di una donna.

Quando è arrivato il ciclo tanto atteso, però, mi sono resa conto che la faccenda era più complicata del previsto. Certo me l'avevano detto: imparare ad inserire, posizionare ed estrarre la coppetta non è sempre facile e intuitivo come può sembrare, richiede tempo, provare e riprovare, trovare le strategie migliori. Eppure, tra tentativi mancati, contorsionismi e inconvenienti di varia natura, lo scenario rose e fiori che mi ero prefigurata si stava trasformando nel set di un film di Tarantino.

Frasi tipo “usa i tuoi muscoli vaginali per far scivolare la coppetta” o “colloca la coppetta al di sotto della tua cervice” non suonavano così familiari come avrebbero dovuto. Eppure io credevo di conoscermi bene, di essere tendenzialmente emancipata e disinibita!

Mi sono resa conto che spesso i "contatti" che abbiamo con le nostre vagine rimangono superficiali e distaccati: mediati e condivisi nelle esperienze sessuali con il partner, demandati al ginecologo in campo medico, spesso asettici quando si tratta di igiene. Inserire la coppetta mestruale richiede, invece, di mettersi in gioco e raggiungere una conoscenza più approfondita del nostro corpo.

Abituate agli applicatori in plastica ultra-comfort dei Tampax, tutto questo può spaventare. Tuttavia, nel mio caso, persistere è stata la scelta migliore: con un po' di pazienza, cercando di cogliere il lato ironico della situazione, tutto è diventato più semplice. Non solo, i tentativi di inserimento si sono trasformati in un momento per me, per entrare in contatto con il mio corpo e imparare a conoscerlo.

Ma c'è di più: conoscerci a livello fisico è il primo passo per essere più consapevoli e sicure di noi stesse. Infatti, sopratutto per noi donne, la cui fisicità è stata spesso un luogo di tabù e vergogna, l'empowerment non può che passare anche attraverso il corpo. Ovviamente, per entrare in contatto con il nostro corpo non abbiamo bisogno di espedienti o strumenti che ci spingano a conoscerlo, ma se l'uso della coppetta può venirci in aiuto in questo senso è comunque un aspetto positivo da tenere in considerazione.

Ecco quindi quattro modi in cui la coppetta mestruale ci aiuta ad entrare in contatto con il nostro corpo.

1. Capire la conformazione

La coppetta deve essere collocata in un punto preciso all'interno della vagina, non c'è quindi da stupirsi se, durante i primi inserimenti, si finisce a ripassare un po' di anatomia. I disegni aiutano, ma sarà necessario anche capire la propria specifica conformazione. Ad esempio, per la scelta della dimensione della coppetta e per imparare a collocarla correttamente, è utile conoscere l'altezza della propria cervice (la porzione inferiore dell'utero che si inserisce nella vagina). Basterà inserire un dito in fondo al canale vaginale fino ad individuarla: se si fatica a raggiungerla la cervice è alta e sarà necessaria una coppetta a corpo lungo, quando facilmente raggiungibile, invece, è media e infine, se collocata a pochi centimetri dall'apertura vaginale, è bassa (e sarà preferibile una coppetta col corpo corto). Una volta individuata la cervice, sarà anche più semplice capire a che altezza collocare la coppetta.

2. Provare le posizioni

Una volta scelta la coppetta, lette le istruzioni e capito il meccanismo, non resta che passare all'inserimento. In questa fase l'unica è andare per tentativi e sperimentare: bisogna prendere confidenza con la cup e, allo stesso tempo, con la propria vagina. Ogni corpo è diverso ed è importante sviluppare le proprie strategie con pazienza. Dalla posizione in cui infilarla, al modo in cui impugnare la coppetta, fino alla modalità con cui estrarla è solo questione di provare e riprovare, prestando attenzione a quello che il nostro corpo ci comunica.

3. Usare i muscoli e mantenere la calma

I muscoli vaginali giocano un ruolo importante nel trattenere la menstrual cup in posizione, tanto che nella scelta della coppetta si dovrà tenere presente la tonicità del proprio pavimento pelvico. Chi ha muscoli vaginali particolarmente tonici dovrà scegliere una coppetta più rigida, mentre chi ha un pavimento pelvico più lasso (come dopo il parto) preferirà una coppetta più morbida. È poi importante imparare a controllare i propri muscoli rilassandoli al momento dell'inserimento e contraendoli per facilitare la discesa della coppetta in caso fosse risalita. Questo non è sempre facile sopratutto quando siamo di fretta, magari in un bagno pubblico o se troviamo particolare difficoltà nell'estrazione e rischia di prenderci il panico. Anche in questo caso si tratta di conoscerci ed entrare in contatto con il nostro corpo imparando le strategie migliori per riuscire a rilassarsi.

4. Osservare

La coppetta ci mette in contatto diretto con il nostro ciclo mestruale che, per quanto sia spesso stigmatizzato, rappresenta una parte fondamentale della nostra salute. Rispetto agli assorbenti, la cup ci permette di vedere chiaramente la quantità di sangue che perdiamo ogni mese e, se per alcuni questo aspetto può risultare spiacevole o addirittura schifoso, per altri può essere un'opportunità di conoscersi meglio. Le mestruazioni, infatti, dicono molto sullo stato di salute di chi le ha: tenere controllato il proprio flusso è fondamentale e la coppetta in questo può aiutare.

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