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Arriva il nuovo Monopoli al femminile per combattere il Gender Pay Gap


Signore e signori ecco a voi il primo Monopoli femminista. Eh sì, perché la parità di genere può passare anche attraverso uno dei giochi da tavola più famosi di sempre. Almeno questo è quello che sembrano aver pensato alla Harsbo Gaming, società statunitense che produce giochi, quando hanno ideato questa nuova edizione.

Si chiama Ms. Monopoly e già la scatola non lascia dubbi: al posto del solito Rich Uncle Pennybags c'è una giovane businesswoman con tanto di completo da ufficio e coffee-to-go. Ma la vera innovazione sono le regole, studiate proprio per attirare l'attenzione sul Gender Pay Gap. Come ci dice lo slogan, infatti, questo è "il primo gioco in cui le donne guadagnano più degli uomini". Ed è proprio così: ogni volta che si passa dal "vai" le giocatrici donne dovranno incassare, da regolamento, 240 dollari, mentre i colleghi uomini solo 200. Lo stesso vale, poi, per il budget di inizio gioco: 1,900 dollari per le ragazze e solo 1,500 ai ragazzi. C'è poi un altro aspetto interessante: invece di accumulare immobili come nel gioco originale, in questa versione i soldi vengono usati per finanziare invenzioni ideate da donne (dal giubbotto antiproiettile al Wifi).

Lo scopo è quello di stimolare il dibattito (anche nei più giovani) sull'ingiustizia dovuta al divario retributivo e celebrare l'imprenditoria femminile. Eppure, se, da un lato, l'idea sembra un modo ingegnoso per attirare l'attenzione su un problema estremamente attuale, dall'altro non mancano perplessità. Ms. Monopoly, infatti, è stato molto criticato: c'è chi pensa che avvantaggiare le giocatrici sia paternalistico, chi critica la scelta delle invenzioni celebrate (alcune troppo frivole come biscotti o accessori di abbigliamento), chi ancora sottolinea come nel creare una versione al femminile nessuno abbia ricordato il fatto che il gioco stesso del Monopoli è stato inventato proprio da una donna, Elizabeth Magie.

Al di là delle polemiche, però, una cosa è certa: il divario salariale tra uomini e donne è ancora una realtà ben lontana dall'essere superata e forse anche solo parlarne tramite questa iniziativa può essere un modo per sensibilizzare e chissà, forse contribuire ad un cambiamento nella società.

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