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La comprai assieme a un cavallo e un fucile per 500 lire


Progetto ECPAT

 


ECPAT è una associazione internazionale presente in 102 Paesi impegnata nella protezioni di bambini e bambine da ogni forma di turismo sessuale. L’associazione si propone di mettere in campo progetti, idee e proposte con l’obiettivo di tutelare i minori, diffondere cultura e sensibilizzare. I volontari in Italia e nel mondo soccorrono bambini e adolescenti in difficoltà e recuperano quanti fra loro sono stati vittime di violenze, sfruttamento sessuale, tratta.

ECPAT aspira ad un mondo in cui i bambini possano crescere liberi dallo sfruttamento sessuale, secondo quanto previsto dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dalle risoluzioni dei congressi mondiali di Stoccolma (1996), Yokohama (2001) e Rio de Janeiro (2008).

I valori fondanti dell’associazione sono scritti nelle pagine della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia del 1989:

  • studiare la realtà, comprenderla ed agire per riportare sempre in primo piano la tutela dei bambini

  • agire sempre dopo aver osservato a fondo i fenomeni, individuato i bisogni, ascoltato e accolto le richieste di aiuto

  • programmare per prevenire o essere pronti a intervenire nelle emergenze

  • formare operatori, esperti, assistenti, insegnanti perché sappiano affrontare con competenza situazioni di degrado familiare o casi di violenza sui minori

  • diffondere, con campagne informative e iniziative di comunicazione, sensibilità e rispetto per i diritti umani

  • promuovere l’approccio ad una sessualità libera, consapevole e rispettosa di se stessi e dell’altro.

È necessario, a questo proposito un mio intervento. A breve, avremo la possibilità di ascoltare alcune delle tante volontarie che operano in modo appassionato a Milano, grazie alle loro esperienze e conoscenze potremo approfondire diversi aspetti legati ai progetti e alle modalità operative del gruppo ECPAT. Il mio obiettivo oggi è quello di riflettere circa il fatto che spesso gli occidentali tendano a considerare il turismo sessuale minorile e lo sfruttamento come qualcosa di lontano dalle proprie abitudini e cultura: non è così. Vorrei partire da un esempio conosciuto e piuttosto lontano (ma nemmeno troppo) storicamente, facendovi ragionare circa il fatto che sentimenti e alibi di questo tipo costituiscono un serio problema ancora oggi e che è necessario promuovere azioni di sensibilizzazione e critica.

Indro Montanelli, considerato da molti: il più grande giornalista italiano del Novecento per lucidità e acutezza di analisi, nel 1969, durante il programma televisivo L'ora della verità di Gianni Bisiach, raccontò della propria esperienza in Abissinia e della sua sposa dell'età di 12 anni


"La comprai assieme a un cavallo e a un fucile, il tutto per 500 lire”. La femminista Elvira Banotti lo interruppe chiedendogli come egli intendesse il proprio rapporto con le donne dal momento che in Europa, il matrimonio con una bambina di 12 anni era considerato violenza.

Su un piano di consapevolezza dell’uomo insomma, il rapporto con una bambina di 12 anni è il rapporto con una bambina di 12 anni, se lo facesse in Europa riterrebbe di violentare una bambina vero? Ecco, appunto, quale differenza crede che esista dal punto di vista biologico o psicologico anche? Il vostro era il rapporto violento del colonialista che veniva lì e si impossessava della ragazza di 12 anni. Eravate i vincitori, i militari che hanno fatto le stesse cose ovunque sono stati i vincitori e ovunque gli uomini si sono presentati come dei militari. La storia è piena di queste situazioni.

Montanelli rispose: “In Abissinia funziona così. La pratica in uso in quegli anni era quella del madamato. Dal 1870, anno d’invasione del Corno d’Africa, sino al 1941, anno della fine ufficiale del colonialismo italiano (anche se, de facto, è il 1960 l’anno in cui cessa qualunque predominio italiano nelle colonie) fu reso legale in Italia il Madamato. Il fenomeno da più parti venne giustificato come rispondente alla tradizione locale del dämòz o “nozze per mercede”, una forma di contratto matrimoniale che vincola i coniugi ad una reciprocità di obblighi, che includono per l’uomo quello di provvedere alla prole anche dopo la risoluzione del contratto. Molto spesso, però, gli italiani intendevano il madamato come libero accesso a prestazioni domestiche e sessuali, senza curarsi troppo dei doveri che l’unione prevedeva. I soldati erano spinti a scegliere spose bambine vergini anche per arginare la possibilità che esse frequentassero bordelli, così avevano minore possibilità di contrarre malattie veneree.


Certamente erano altri tempi, questa mia affermazione non si pone l’obiettivo di sminuire il fatto, contestualizzare è doveroso, ciò che però è inaccettabile è il fatto che Indro Montanelli non si sia pentito, di fronte alla brillante critica di Elvira Banotti non si mostrò mortificato, continuò a raccontare la propria esperienza ritenendola del tutto consona e poco problematica, si appellò sempre all’idea secondo la quale in Africa funzionasse così dimostrando di essere soltanto un colonialista convinto e suprematista bianco, non può essere scusato nemmeno dall’impegno che ha portato avanti per garantire la libertà di stampa. Il fatto accaduto negli anni Trenta è grave, se Montanelli avesse ragionato posteriormente sulla faccenda, se Montanelli nel 2000 avesse scritto della sua esperienza con una brillante critica circa il colonialismo e i soprusi perpetrati a discapito delle popolazioni africane, io ora sarei meno indignata.

La tua domanda è alquanto indiscreta, e se tu fossi una diciottenne dei tempi in cui io ero venticinquenne, la cestinerei senza esitare. Ma siccome mi sento dire che le diciottenni di oggi sono in grado di affrontare qualsiasi verità senza nemmeno l'imbarazzo di doversene fingere scandalizzate, eccoti quella mia, anche se probabilmente tornerà a tirarmi addosso - come è già accaduto - le qualifiche di colonialista, imperialista, e perfino quella di stupratore. Dunque, le cose andarono così. Inebriato dall'avventura etiopica, un po' perché era un’avventura, e un po' perché, come tutti giovani di allora, avevo in sangue la Patria, l'Onore e il lavaggio della cosiddetta “Onta di Adua”, mi arruolai volontario, e venni assegnato ai reparti indigeni formati dagli Ascari eritrei. Completamente frastornato dal nuovo ambiente, mi presentai al comandante di battaglione, Mario Gonella, un piemontese di lunga e brillante esperienza coloniale, che mi diede alcuni ordini, ma anche alcuni consigli sul modo di comportarmi con gli indigeni e con le indigene. Per queste ultime, mi disse di consultarmi col mio “sciumbasci”, il più elevato in grado della truppa, che dopo trent'anni di servizio sotto la nostra bandiera conosceva i gusti di noi ufficiali. Si trattava di trovare una compagna intatta per ragioni sanitarie e di stabilirne col padre il prezzo. La ragazza si chiamava Destà e aveva 14 anni: particolare che in tempi recenti mi tiro addosso i furori di alcuni imbecilli ignari che nei paesi tropicali a 14 anni una donna è già donna, e passati 20 è una vecchia. Faticai molto superare il suo odore, dovuto al sego di capra di cui erano intrisi i suoi capelli, e ancora di più a stabilire con lei un rapporto sessuale perché era fin dalla nascita infibulata: il che, oltre a opporre ai miei desideri una barriera pressoché insormontabile (ci volle, per demolirla, il brutale intervento della madre), la rendeva del tutto insensibile. Per tutta la guerra, come tutte le mogli dei miei Ascari, riuscì ogni quindici o venti giorni a raggiungermi dovunque mi trovassi e dove io stesso ignoravo, in quella terra senza strade nelle carte topografiche, di trovarmi. (…) Spero di non averti scandalizzata. Se l'ho fatto, è colpa tua.

La Stanza, Corriere della Sera, Indro Montanelli in risposta a Rossella, diciottenne interessata alla storia del Madamato di Montanelli.


Il turismo sessuale minorile è una realtà drammatica, le stime del profitto del business criminale su base annua è di 80/100.000.000.000 $ e include trafficking, prostituzione minorile, produzione e commercio di materiale pedopornografico


La fascia di età della vittima va dagli 0 ai 6 anni per il 10%, 7-12 anni per il 30% e 13-17 anni per il 60%. La fascia di età compresa tra gli 0 e i 6 anni viene utilizzata principalmente per la produzione di immagini e filmati da immettere online nel mercato della pedopornografia. La vittima è una bambina per il 75% dei casi.


A differenza di quello che normalmente si pensa, l’offender ha mediamente discrete possibilità economiche, un livello di istruzione quantomeno soddisfacente ed è giovane, solitamente attorno ai trent’anni. L’offender è per la maggior parte dei casi un individuo di sesso maschile eterosessuale, ma ci sono anche percentuali di soggetti bisex e omosessuali ed esiste anche una percentuale di donne offender. Le scusanti utilizzate dagli offender sono molteplici, perlopiù si appellano a un discorso culturale: “Nel loro Paese è normale”. Oppure: “Non l’ho costretta, non le ho fatto del male, non l’ho stordita con droghe o alcool, era consenziente. Tanto è una bambina in vendita, se non ci vado io ci andrà qualcun altro.” I flussi di offender arrivano dall’Europa: Germania, Olanda, Regno Unito, Francia, Belgio, Spagna e Italia, dalle Americhe: Stati Uniti, Canada e Brasile, Asia, Africa e Oceania. Le destinazioni prevalenti sono: Thailandia, Vietnam, Laos, Cambogia, Filippine, Nepal, Pakistan, Russia, Taiwan, Cina, Sri Lanka, India, Indonesia, Brasile, Repubblica Dominicana, Cuba, Colombia, Messico, Venezuela.

In tutto il mondo ci sono tre milioni di persone che ogni anno si mettono in viaggio per fare sesso con un minore. Le mete più gettonate sono i cosiddetti “paesi del terzo mondo“, dove povertà e corruzione rendono più facile commettere questo tipo di reato. I turisti sessuali italiani sono circa 80 mila, per lo più uomini (90%).

Molta gente pensa che fuori dai confini della Patria non si stia violando la legge.

Il problema relativo all’approccio colonialista e suprematista di Indro Montanelli è attuale, molte persone si appellano alla diversità culturale per giustificare rapporti matrimoniali e sessuali intrattenuti con bambine e bambini, il movente, consciamente o talvolta inconsciamente (in ogni caso inaccettabile) è dopotutto fortemente razzista: si tende a creare una distinzione tra i bambini occidentali e quelli sfruttati che vengono percepiti appunto come meri oggetti sessuali da prevaricare.


Urge che io specifici che tra gli offender c'è una percentuale elevata di donne e che le vittime non solo soltanto bambine, ma anche individui minorenni di genere maschile e transessuali. Fino agli anni Novanta e nei primi anni del Duemila, lo sfruttamento sessuale minorile era prevalentemente localizzabile nei Paesi del Sud del mondo, oggi attecchisce ovunque ci sia povertà economica e carenza di educazione. Il mercato è alimentato dal crimine organizzato e dalla cultura adultocentrica. I bambini e le bambine hanno dei diritti fondamentali che devono essere difesi.

Ovviamente, questi citati sono alcuni dei casi, in alcun modo intendo sminuire o porre in secondo piano altre problematiche o esperienze. Il giro d’affari circa lo sfruttamento sessuale minorile è mastodontico ed è secondo solo a quelli di armi e droga. Per questo vi invito ad approfondire utilizzando il sito dell’associazione ECPAT.


Link Progetti dell'associazione per approfondire e donare: https://www.ecpat.it/progetti/


Fonti:




Indro Montanelli intervista del 1969: https://www.youtube.com/watch?v=N_2xZWu_Ak8



Corriere 2000, in risposta alla lettrice di 18 anni.

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