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8 film horror diretti da donne

Il mostro con sembianze femminili è una figura riscontrabile in moltissime culture, sia occidentali che orientali che si è diffuso fin da subito nella letteratura, nell’arte, e -fin dai primi anni del medium- anche nel cinema. Vampire, fantasmi, demoni, gli esempi sono molteplici, da Carrie a Jennifer Check, passando per Bella Swan e le Madri dei film di Dario Argento. Le donne però, oltre ad incarnare esseri terrificanti e castratrici nel minacciare simbolicamente lo spettatore maschile, ultimamente si stanno rendendo protagoniste dell’horror anche dietro la macchina da presa. Specialmente nell’ultimo decennio c’è stata una vera e propria ascesa della regia femminile di genere che vede come protagoniste filmmaker talentuose e giovani, spesso alle loro prime esperienze di lungometraggio, alle prese con temi e narrazioni da brivido.

TW: stupro

1) Raw – Julia Ducournau (2016)

Presentato al Festival di Cannes 2016, il primo lungometraggio della regista francese Julia Ducournau, Raw, è una metafora sugli istinti “animali” dell’essere umano. Justine, la protagonista del film interpretata da Garance Marillier, è una giovane vegetariana che inizia la facoltà di veterinaria in una nuova scuola. Qui prenderà parte, suo malgrado, ad un rito di iniziazione dedicato a nuovi studenti che consiste nell’essere inondati da sangue e mangiare il fegato di un coniglio. Una volta ingerito l’animale, Justine scoprirà di avere una voglia di carne insaziabile che degenera in veri e propri atti di cannibalismo. Raw è stato accolto positivamente per la regia, i temi gore e i contenuti grafici che hanno reso Ducournau una delle registe emergenti più talentuose e interessanti.



2) Madeline’s Madeline – Josephine Baker (2018)

Scritto e diretto da Josephine Baker, Madeline’s Madeline è un horror-thriller psicologico dalle tinte drammatiche. Madeline, interpretata da Helena Howard, è una giovane adolescente che recita in una compagnia teatrale sperimentale, suo unico svago e stacco dalla realtà. A casa infatti, l’aspetta la madre, una donna polemica e attaccabrighe con la quale ha un rapporto conflittuale. Una notte, Madeline sogna di ferirla e la sua insegnante di teatro, Evangeline, la spinge a ricreare quel sogno in una performance. Da qui, Madeline troverà sempre più difficile distinguere la realtà dal sogno, in uno stato di coscienza alterata che metterà in questione la sua stessa identità.



3) The Love Witch – Anna Biller (2016)

Figlia di una fashion designer di origini giapponesi e di un artista visuale statunitense, Anna Biller fin da giovanissima inizia ad esplorare la sua identità artistica: fin da adolescente gira documentari in pellicola e a mette in scena spettacoli teatrali e musicali. Tra i suoi lungometraggi più famosi c’è sicuramente The Love Witch, che ruota attorno la vita di Elaine, una strega che seduce gli uomini attraverso pozioni e incantesimi che non ottengono mai l’effetto sperato. Tra le particolarità del cinema di Biller e in particolare di The Love Witch, c’è l’esplorazione costante dei ruoli di genere (la stessa regista si definisce esplicitamente femminista e studiosa di gender studies) e la critica al tradizionale male gaze cinematografico.



4) The Craft – Legacy – Zoe Lister-Jones (2020)

Sequel del classico omonimo del 1996 diretto da Andrew Fleming, The Craft- Legacy è approdato su Amazon Prime Video il 28 ottobre scorso. Il film segue la vita di un coven di quattro streghe adolescenti e la conseguente presa di coscienza del proprio potere come giovani donne nell’America contemporanea. La produzione del film è stata affidata alla Blumhouse, casa di produzione dei più grandi successi horror degli ultimi anni come Split, Get Out e la saga di Paranormal Activity. Diretto da Zoe Lister-Jones (New Girl ) alla sua prima esperienza da regista, tra le principali novità del film c’è l’inclusività e l’esplorazione di temi legati direttamente al femminile e al potere che scaturisce dall’unione e dall’amicizia tra donne. Proponendosi come un coming-of-age a tinte horror, The Craft – Legacy ha tutti i numeri per poter diventare un cult del genere.



5) Revenge – Coralie Fargeat (2017)

Primo lungometraggio della regista francese Coralie Fargeat, Revenge, appartenente al sottogenere dell’horror rape and revenge, racconta di Jen (interpretata dall'italiana Matilda Lutz), l’amante di un ricco uomo d’affari che pianifica la sua vendetta dopo essere stata violentata e quasi assassinata da un gruppo di uomini. Tipica del sottogenere è la figura della final girl: sopravvissuta a violenze efferate, Jen è assetata di rivincita e cerca i suoi aguzzini per condannarli a una punizione esemplare. Nonostante questo tipo di narrazione spesso venga considerata tutt’altro che femminista -in quanto la male gaze dei registi horror indugia spesso insistentemente sul corpo martoriato delle vittime femminili- Revenge con le sue scene gore e una regia che riduce il peso oggettificatorio dello sguardo maschile riesce nell’essere un prodotto di genere ben fatto e rispettoso del corpo della sua protagonista femminile, un’eroina cruenta a tuttotondo.


6) The Babadook – Jennifer Kent (2014)

Tra gli horror più spaventosi e di successo degli ultimi dieci anni, The Babadook di Jennifer Kent è ormai diventato un cult cinematografico. Samuel, il figlioletto della protagonista Amelia, interpretata da Essie Davis, è terrorizzato dai mostri che crede perseguitino lui e la madre. Amelia piano piano si renderà conto che le ansie del bambino non sono semplicemente terrori infantili ma che nella loro stessa casa si nasconde una vera e propria presenza demoniaca. The Babadook, acclamato dalla critica e candidato ben a 11 premi, è un film dal ritmo incalzante e dalle atmosfere spaventose che riesce ad includere nella narrazione di genere tematiche come quella dell’amore materno e dell’affetto filiale in maniera non banale, non contando banalmente su jump scare o scene gore ma sulla costruzione della suspence e del terrore che lo rendono un horror psicologico davvero terrificante.



7) A girl walks home alone at night – Ana Lily Amirpour (2014)

Promosso come “il primo western iraniano con i vampiri”, A girl walks home alone at night è il primo lungometraggio della regista britannica Ana Lily Amirpour e racconta le vicende di una vampira con lo chador che gira in skateboard per le strade della città-fantasma di Bad City in Iran. Un giorno, nel suo girovagare, ella incontra Arash un ragazzo dalla situazione familiare difficile con il quale stringerà un rapporto curioso. Intrecciando una trama originale come quella del sovrannaturale in un contesto geografico poco esplorato dal cinema, il film di Ana Lily Amirpour riflette anche sul ruolo della donna e sull’identità femminile multipla e sfaccettata. La vampira protagonista appare infatti come una giovane donna apparentemente innocente ma anche in grado di incutere terrore negli uomini. Il film, in un certo modo, rovescia quello che potrebbe evocare il significato del titolo: una ragazza torna a casa di notte da sola, ma questa volta non è lei ad avere paura.



8) Candyman – Nia Da Costa (2021)

Candyman, sequel della saga horror cult omonima basata sui romanzi di Clive Barker, è un film horror di prossima uscita previsto in sala per il 2021. Il candyman è una presenza assassina sovrannaturale che ha terrorizzato per secoli il quartiere di Chicago Cabrini-Green. Figlio di uno schiavo nero e assassinato per aver intrapreso una relazione interraziale, egli vaga da quel giorno in cerca di vendetta mettendo in atto omicidi cruenti ogni volta che viene evocato. Nuovi inquilini del quartiere, Anthony e la sua fidanzata, due artisti, verranno a contatto -decenni dopo l’ultima apparizione- con alcuni strani fenomeni collegati alla presenza del fantasma. Il sequel attesissimo vede Nia Da Costa alla regia, una giovanissima filmmaker newyorkese, e Jordan Peele alla sceneggiatura, il quale si occupa anche della produzione. Rinviato più volte a causa del COVID-19, saremo pronti a farci terrorizzare da Candyman solamente a metà 2021.



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