"Da quando il Mondo ha avuto inizio, si sa per certo che sono esistite quindici persone. [...] Dei quindici la cui esistenza è verificabile, soltanto Io e l'Altro siamo in vita.''
Piranesi vive nella Casa da quando ha memoria. Ne percorre gl'innumerevoli saloni di marmo, passa da un vestibolo all'altro per osservare la moltitudine di statue a cui è tanto affezionato e si lascia cullare dalle maree che -periodicamente- inondano i corridoi con un ritmo che ormai ha imparato a conoscere. Oltre alle maree, ci sono poche cose che Piranesi conosce: la Casa e l'Altro. Nel Mondo c'è solo la Casa e nella Casa, a parte gli scheletri che si confondono tra le sculture, c'è solo l'Altro. Nonostante la presenza di un amico, Piranesi è terribilmente solo e quest'opprimente sensazione di isolamento si fa sempre più ingombrante e man mano che si procede con la lettura dei suoi diari, emerge il suo desiderio spasmodico di esplorare il Mondo per conoscere eventuali nuovi abitanti. Un giorno qualcuno arriva e lascia un messaggio: la sedicesima persona che sta cercando proprio Piranesi. Ma perché bisognerebbe leggere Piranesi durante la pandemia? Perché, come spesso accade, la letteratura è lo specchio della realtà. Una ricerca su Scientific Reports di Nature ha indagato gli impatti psicologici del lockdown in Italia su un campione di individui rappresentativi della popolazione in termini di età, sesso e provenienza, rivelando livelli più alti di sintomi depressivi nelle donne, nei giovani e in coloro che si trovano in una situazione d'incertezza professionale. Questi risultati sottolineano l'importanza di considerare gli effetti psicologici del COVID-19 al fine di fornire supporto agli individui che ne hanno bisogno. Per quanto il romanzo di Susanna Clarke sia onirico e surreale, riesce ed evocare sensazioni che, mai come in questo periodo, ci risultano familiari. L'ansia, la paranoia, la sensazione di inquietudine sono solo alcuni degli effetti psicologici che l'isolamento sociale dovuto al COVID-19 ha causato in gran parte della popolazione. Sensazioni, queste, che sono ben delineate nel libro della Clarke: Piranesi è pioniere di una fragilità troppo poco rappresentata in letteratura. Piranesi che si rifugia nei suoi diari per conoscersi, Piranesi che cerca volti familiari nelle statue di marmo, Piranesi che si fida totalmente dell'Altro perché è l'unico altro essere umano con cui può avere un legame, Piranesi che vive per inerzia e si è cucito addosso un'apparente rassicurante routine, Piranesi che ama la Casa ma è sempre pervaso da un desiderio di evasione; Piranesi è l'alter ego di tutti coloro che vivono o hanno vissuto l'isolamento sulla propria pelle e che ci porta -attraverso una sorta di realismo magico- ad interrogarci su problematiche assolutamente reali ed attuali, troppe volte trascurate. Se è decisamente vero che uno strumento di intrattenimento come un libro non può curare un disturbo mentale, può almeno cambiare la percezione che si ha di queste educando i lettori all'eliminazione di stigmi e pregiudizi. Fonti dati: https://www.nature.com/articles/s41598-020-79850-6
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