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La musica latina non è solo reggaeton, è anche protesta!

"Somos las nietas de todas las brujas que nunca pudieron quemar" - "Siamo le nipoti di tutte le streghe che non siete riusciti a bruciare", Eli Almic

Siamo abituati a collegare automaticamente la musica spagnola al reggaeton, principalmente perché è l'unico genere di musica spagnola/latina che arriva in Italia per colpa dei principali media mainstream, come le radio. In realtà l'America latina non è solo balli sensuali e donne meravigliose, è stata la protagonista dei maggiori colpi di stato di questi anni, dal Venezuela, al Chile, alla Colombia, al Brasile.

Basterebbe solo andare un po' più a fondo, scavare un po' di più in una cultura ricca di suoni, colori, ritmi tambureggianti, parole di protesta e donne potenti.


Infatti lo dimostrano le artiste latine rap (ma non solo) che sto per presentarvi.

© Inti Gajardo

Inizierei dalla rivoluzionaria ANA TIJOUX figlia della sinistra anti Pinochet, l’artista che è sempre la voce della rivolta. Nasce a Lille, nel nord della Francia, il 12 giugno del 1977 (data da cui prende ispirazione l'omonimo album "1977"), ma torna in Cile, luogo d'origine dei suoi genitori, solo dopo i 20 anni. Da quel momento comincia a scoprire il rap, la lingua degli esuli e dei combattenti e pubblica il suo primo album: "1977" che costituisce l’opera con cui Ana Tijoux si presenta al pubblico come giovane rapper, una poesia molto personale e politica. Dentro questo album si possono trovare canzoni senza peli sulla lingua come "Shock", dove ricorda ai poteri forti che l'ora è arrivata anche per loro: "Marcharemos con el tono con la convicción que basta de robo. Tu estado de control, tu trono podrido de oro, tu política y tu riqueza y tu tesoro no. La hora sonó, la hora sonó. No permitiremos más, más, tu doctrina del shock". Un'altra delle sue canzoni a cui sono molto affezionata è "Vengo", che non è solo il titolo di una canzone ma anche del suo album che preferisco pubblicato nel 2014. "Descolonizamos lo que nos enseñaron con nuestro pelo negro, con pómulos marcados, con el orgullo huido en el alma tatuado: vengo con la mirada, vengo con la palabra, esa palabra hablada, vengo sin temor a no perder nada, vengo como el niño que busca de su morada, la entrada al origen la vuelta de su cruzada. Vengo a buscar la historia silenciada, la historia de una tierra sequiada"

Ogni volta che la ascolta mi fa sentire una donna forte, senza paure, che non ha intenzione di sottomettersi a nessuno. All'interno trovate anche una delle sue tracce più potenti "Antipatriarca"!

"No sumisa ni obediente, mujer fuerte insurgente, independiente y valiente. Romper las cadenas de lo indiferente!"


© Matias de Leon

Dall'Uruguay con furore, un'altra artista decisamente degna di nota è Eli Almic!

Per me è stata una stupenda scoperta, ringrazio Spotify per avermela suggerita, perchè sentendo "Brujas" mi sono quasi commossa. Stavo ascoltando delle parole forti, rabbiose, piene di verità, che rappresentavano non solo me ma, anche tantissime altre donne che si sono ritrovate nella stessa situazione; inermi, colpevoli e giudicate da persone che non ci rispettano e continuano a sessualizzarci o oggettificarci. Sole in un mondo di indifferenti.

"Como camino? Como transito la calle si puede que alguno me aggarre? Como denuncio? A quién le lloro después que ese alguien mi cuerpo desarme? [...] Seguro la mataron por puta, seguro la pollera era corta, seguro lo buscó y calentó la muy zorra no podía esperarse otra cosa. El sistema defiende y sostiene asesinos aunque no lo diga, no quiere cambiar no conoce otra cosa y qué importa mi vida".


© Victoria Diaz Bevilacqua

Concludo con la miglior rapper argentina mai ascoltata, Sara Hebe! Dalla danza e dal teatro arriva alla musica; al rap mescola anche la mia amata cumbia, il punk, la dancehall e la musica elettronica, insomma una poesia urbana mescolata all’hip hop dei quartieri poveri di Buenos Aires, il tutto condito con un po' di funk carioca. Lei è la prova che la resistenza culturale nell’ambito musicale può diventare una grande festa, come per esempio in "Desesperada", dove utilizza l'ironia dei toni per parlare di temi politici importanti "Estoy desesperada, imagino un futuro y veo que no me espera nada. Miro a mi alrededor, veo la tierra devastada, gastada, atada, toda rota, tan maltratada".



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