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Irene Facheris, la femminista più b♀ssy d'Italia


Si chiama Irene Facheris, ed è la fondatrice di Bossy Italy, associazione e community che difende i diritti umani e combatte contro l’omofobia, parlando di discriminazione e disuguaglianze. Per due anni di fila – 2016 e 2017 – il suo sito vince il titolo di Miglior sito LGBT ai Macchianera Internet Awards.

È nata nel 1989, è laureata in Psicologia e dai suoi profili social (e non solo) porta avanti le sue battaglie, lottando quotidianamente soprattutto contro l’ignoranza che dilaga attorno a certe tematiche.

Irene è un’insegnante 2.0 che dall’ alto della sua cattedra del web cerca di educare i giovani d’oggi.

Com'è nato Bossy Italy?

«Bossy è nato tra amici. La vice è una mia carissima amica e ci conosciamo da anni. Una sera ci siamo trovate per un aperitivo e le ho parlato della mia idea. Lo so, sembra tratto da un film, ma è stato davvero così.

L'esigenza era quella di parlare di parità usando un mezzo comodo. I giovani d'oggi sono pratici con la tecnologia e a scuola è più semplice leggere un articolo, che guadare Parità in Pillole su YouTube. Inoltre è un mezzo di comunicazione che può coinvolgere più persone e di età diverse».

Da chi è composto il vostro team?

«Siamo una redazione di 40 persone ormai e ci tengo a sottolineare che sono tutti volontari. Sono grata a tutti i nostri collaboratori che condividono con noi la loro passione e contenuti di qualità. Bossy viene spesso percepita come un'azienda, invece è una vera e propria attività di volontariato che si finanzia da sola».

Quanto è difficile fare informazione al giorno d'oggi?

«Fare informazione è complesso ed impegnativo. Dietro ad ogni mio video su YouTube c'è una scaletta, un discorso che mi preparo tenendo conto delle tempistiche e dell'argomento. Molti pensano che non ci voglia niente, eppure è un lavoro pensato, studiato e perfezionato, soprattutto se si vuole ottenere un buon risultato. Faccio principalmente quello che mi appassiona, ma fa parte anche del mio lavoro di formatrice: comunico e mi relaziono con le persone tutti giorni. Credo di avercelo nel DNA, diciamo».

Molti tuoi colleghi influencers non si esprimono per non perdere i followers e preferiscono mantenere un profilo basso. Che rapporto hai con i tuoi?

«Dipende dalla giornata onestamente e dipende anche da come interagiscono. Spesso la gente si dimentica che fanno parte di una community di migliaia di persone e che ricevo centinaia di messaggi al giorno. Sono umana e ho un certo limite, se qualcuno entra a gamba tesa dentro un discorso o è maleducato mi partono i cinque minuti e il malcapitato di turno si becca la mia sclerata».

Qual è stata la soddisfazione più grande che ti ha fatto pensare 'ce la sto facendo'?

«Sicuramente il riconoscimento ai Macchianera Awards! È stato inaspettato e bellissimo contemporaneamente. Ci aspettavamo di essere nella categoria “Miglior Community” e invece siamo finiti tra i dieci siti LGBT. La cosa straordinaria e che non parliamo solo di quello, ma comunque i nostri seguaci si sono sentiti rappresentati. Una grande vittoria, significa che funziona».

Hai tanti progetti e dai tuoi profili social ho notato che stai per pubblicare un libro: “CREIAMO CULTURA INSIEME. 10 cose da sapere prima di iniziare una discussione”. Mi hai sorpresa, pensavo avresti scritto un libro sul Femminismo.

[Ride] «Lo so, lo so, ma non mi sento pronta e preparata per scrivere un libro sul Femminismo. Ho preferito trattare tematiche che mi riguardano e che conosco molto bene, data la mia carriera universitaria. Ho sintetizzato e reso fruibile tutte quello che ho studiato e che ho ritenuto fosse importante per centrare il punto».

Di cosa si tratta?

«Mi sono resa conto di parlare di tantissimi argomenti, ma che non ho mai parlato veramente delle basi della relazione. Avevo fatto un Parità in Pillole sul tema e ho notato che c'era un certo interesse e quindi ho deciso di parlarne ampiamente nel mio libro.

Spesso mi ritrovo a leggere racconti personali di giovani che vogliono aiuto, cercano un conforto o semplicemente si sfogano dando una testimonianza e vedo che esiste un problema di relazione tra le persone, perché non sanno comunicare».

A cosa ti riferisci?

«Esiste poca empatia tra le persone ultimamente, che spinge a giudicare le emozioni dell'altro senza mettersi nei suoi panni. Questo per me va al di là del Femminismo, della parità e di qualsiasi altro argomento che tratto».

Quando uscirà e dove potremo trovarti?

«Il libro uscirà il 18 Settembre, potrete trovarlo nelle librerie e in formato ebook. Per quanto riguarda il tour promozionale non posso rivelare ancora niente, però posso dire che non sarà canonico. Sarà strutturato tutto in base all'argomento del libro, per questo, insieme alla mia editor, abbiamo pensato a degli work-shop nei quali sarà possibile capire in modo preciso cosa sia un feedback».

Non sei nuova nel mondo della musica, ma tra le novità è anche uscita una tua canzone “PRIDE”.

«Ho sempre cantato e la musica è sempre stata una mia grande passione, infatti nel 2014 è uscito un mio album: ''Allontanarsi dalla linea gialla'' .Quest'anno ho deciso di ritornare con un brano tutto dedicato al pride, da cui prende il nome. Tutti i pezzi iconici sono sempre in inglese, per questo con Mc Nill abbiamo deciso di ideare un brano in italiano, affinché le persone siano più consapevoli di cosa cantano. Insomma vorrei che sia un vero proprio inno che le persone, etero e non, possano intonare».

Sei una donna giovane e in gamba, cosa consigli a chi come te ha voglia di intraprendere una strada simile?

«Non sono solita dare consigli. L'unico che mi sento di dare è di non improvvisare. Bisogna avere padronanza di qualsiasi cosa si voglia fare, si deve essere preparati e studiare tanto».

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