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Recentemente l'hashtag è stato adottato come strategia di difesa dalle celebrità che sono state attaccate dai mass media per essere troppo magre, troppo grasse, troppa cellulite e così via.
Tutte noi - almeno una volta nella vita - abbiamo sbagliato ed espresso un giudizio non richiesto, una sentenza giudicante, tipo: "sei dimagrita troppo". Ma mi sorprende sempre di più la superficialità con cui diciamo certe cose, è diventato troppo comune, quasi fosse normale commentare sotto una foto di Rihanna su Instagram: "ma quanti chili hai preso?".
Daniela Collu, conduttrice di Strafactor , ha dovuto dedicarci un articolo per spiegare e far capire a tutti che il suo dimagrimento non è una questione nazionale, che la sua vita personale non deve essere lo specchio motivazionale di nessuno e, soprattutto, che è libera di potersi mettere qualsiasi cosa voglia, anche se non si tratta di una gonna corta che solo ora, ovviamente, può veramente permettersi.
Amy Schumer , dopo anni di critiche sulla sua forma fisica, ci ha fatto un film: I Feel Pretty. Sì, che non è proprio "Come ti divento bella", come viene tradotto in italiano. Non si diventa belle. Domani non mi sveglio con un fisico perfetto e divento bella come Adriana Lima, però posso sentirmi bella nonostante tutti i miei difetti. E, attenzione, non si tratta di questioni di peso, ma di sicurezza.
Chiara Ferragni ha lanciato l'hashtag: #bodyshamingisforlosers , subito dopo aver letto l'articolo di una nota testata giornalistica che definiva "rotende e felici" lei e le sue amiche ritratte in questa foto:
Selena Gomez, dopo il suo trapianto di rene e aver rischiato la vita, è stata criticata per i suoi chili di troppo presi durante il periodo di recupero. In diverse interviste ha sottolineato quanto l'abbia ferita la cattiveria delle persone, sperimentando, per la prima volta, sulla sua pelle cosa si provi ad essere un po' meno di perfetta.
Anche l'Estetisca Cinica, al secolo Cristina Fogazzi, ha lanciato il suo hashtag #kulolibero quest'estate, con l'intenzione di superare la paura della fatidica "prova costume" e invitando tutte le sue followers , le fagiane, a pubblicare una foto con le chiappe al vento e a bere una birra.
Dovremmo celebrare la diversità - le donne hanno diverse forme e dimensioni - e non dovremmo mai sentirci inferiori, perché non siamo abbastanza brave o belle, e di certo non dovremmo far sentire gli altri in questo modo.
Sì, i media promuoveranno sempre messaggi malsani e negativi sul peso e sull'aspetto fisico e, la maggior parte delle volte, troveremo quelle ragazze con i corpi stratosferici sui cartelloni pubblicitari. MA se promuovessimo l'amore per il corpo piuttosto che il tormento, allora non posso fare a meno di pensare che avremmo tutti molto più amore per noi stessi e per gli altri, accettandoci per quello che siamo.
Dobbiamo apprezzarci piuttosto che criticare, sostenerci a vicenda piuttosto che formulare giudizi e, soprattutto, pensare prima di parlare (o pubblicare).
illustrazioni di Jeanie Lochhead