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“Le terrificanti avventure di Sabrina”: i pro e i contro


Da qualche settimana è approdata su Netflix la serie TV “Le terrificanti avventure di Sabrina” (Chilling Adventures of Sabrina), arrivata giusto in tempo per Halloween e tratta dal fumetto scritto da Roberto Aguirre-Sacasa.

La storia della mezza-strega adolescente protagonista della serie anni ’90 “Sabrina, vita da strega” viene così rilanciata in una chiave del tutto nuova, molto più gotica, cupa e tenebrosa.

Siamo dunque trasportati in un universo e in un’epoca storica non ben precisata, che rimandano ai giorni nostri per l’uso dei televisori, anche se l’atmosfera inquietante e la vita scolastica tra maglioni di lana e musica nelle orecchie ricordano tanto gli anni ’80 di Stranger Things e del suo Sottosopra.

A partire dalla sua uscita, il pubblico si è diviso tra chi si è mangiato i 10 episodi in pochi giorni e chi invece ha abbandonato la visione lanciandosi in critiche e lamentele contro Sabrina e il suo mondo. Tra i difetti più visibili della serie, ci sarebbero infatti la scarsa attenzione ai dettagli, l’altalenante perdita di ritmo della trama e, soprattutto, l’imperdonabile inesattezza storica nel connettere la comunità di streghe alla figura di Satana, dato che il collegamento tra i due elementi sarebbe solo il prodotto di uno stereotipo dovuto alla paura nei confronti delle donne sospettate di stregoneria in epoca medievale.

Inoltre, Netflix e la Warner Bros. – che ha prodotto la serie – sono stati recentemente accusati di appropriazione culturale e violazione di copyright da parte dei satanisti del Tempio Satanico americano – che però, non ha ricevuto l’appoggio di un’altra organizzazione satanista, la Chiesa di Satana, che ha difeso Sabrina definendo le accuse del Tempio “un pretesto infantile per farsi pubblicità”.

Nonostante ciò, "Sabrina" è stata anche celebrata per il suo focus sulla forza delle donne, sull’importanza del lavoro di squadra e sul desiderio di autodeterminazione fin dalla giovane età, elementi presenti sia nella società dei mortali sia tra i componenti della Chiesa della Notte. Da un lato, infatti, Sabrina e le sue amiche della Baxter High decidono di ribellarsi alla censura imposta su alcuni libri giudicati “inappropriati” e di difendersi a vicenda dai soprusi, sia da parte dei compagni che dai professori. Così, decidono di lavorare per “rovesciare il patriarcato” e creare un club eloquentemente chiamato Wicca (che sta per “Women Intersectional Cultural and Creative Association”, ma che è anche il nome di un tipo di paganesimo associato alla stregoneria), che riscopre libri del calibro di “The Bluest Eye” di Toni Morrison, dove l’empowerment femminile si combina con la riflessione sulla condizione sociale degli afroamericani. Dall’altro lato, la comunità magica quasi interamente al femminile rivendica l’importanza di quegli stessi poteri che in passato erano stati la causa della sua condanna, repressione e morte. Nelle streghe c’è orgoglio, consapevolezza e vigore, tutti attributi che non mancano a Sabrina – che anzi, combatte perché il suo libero arbitrio non venga silenziato e perché lei non venga ridotta a mera serva di Satana. Forza e indipendenza sono però le facoltà di spicco anche di un’altra strega che ha suscitato l’ammirazione del pubblico intero: per quanto controversa e spesso antipatica, Prudence è una vera leader che sa quello che vuole, e in poco tempo diventa un personaggio preponderante della serie. Vendicativa e radicale, non accetta l’insubordinazione maschile e ricerca primariamente il suo piacere personale.

Questi aspetti positivi sono innegabili e io, da spettatrice, li ho personalmente apprezzati molto. Nonostante questo, discutendo con un’amica (che ringrazio per avermi illuminato), mi sono resa conto che sì, la serie inciampa in alcune contraddizioni sul femminismo – principalmente due. La prima e la più lampante, sta nella rappresentazione di Sabrina, Rosalind e Susie, tutte e tre incasellabili in ovvi stereotipi, che minano la buona riuscita del messaggio femminista che la serie desidera mandare: ci troviamo di fronte ad una triade formata dalla classica ragazza bianca, che dall’alto del suo caschetto biondo e del suo animo generoso prende le parti delle più deboli, ovvero della ragazzina intellettuale di colore e del maschiaccio alla scoperta della sua sessualità. Non sarebbero quindi altro che tre luoghi comuni viventi, poco originali e dunque poco concrete. La seconda critica potrebbe essere mossa direttamente alla Chiesa della Notte, che pur mostrandosi davvero liberale e rilassata nei confronti dell’omosessualità (che in nessun caso è indicata come problematica, quando invece per il religioso padre di Susie non sarebbe altro che una roba per “spostati”, secondo i principi del cristianesimo), sottolinea la necessità che la strega iniziata all’Oscuro Battesimo sia vergine. Eccoci di fronte ad una richiesta stereotipata che le donne proprio non riescono a scollarsi di dosso. Uno scivolone figlio dei rituali del passato che è sicuramente stato aggiunto per enfatizzare l’atmosfera antica e misteriosa del rituale, ma che stride con il messaggio generale che vuole mandare la serie e con la sua ambientazione più o meno moderna. Insomma, di sviste e di difetti ce ne sono, ed il successo che ci si poteva aspettare non è arrivato appieno, ma forse per apprezzarla sarebbe bastato riporre meno aspettative in quella che voleva semplicemente essere una storia leggera e adolescenziale, senza nessuna pretesa di raggiungere una totale accuratezza storica o una grande profondità intellettuale né di creare un cult come ad esempio Buffy l’Ammazzavampiri.

Se letta nel suo messaggio femminista generale e forse anche più superficiale, la serie trasmette un bellissimo senso di comunità e di potere femminile, riuscendo a tenere incollati allo schermo, a spaventare in alcuni punti, a suggestionare e ad affascinare lo spettatore. È una serie che ci sentiamo di consigliare per quando la sera si è troppo stanchi per reggere un documentario impegnato o un film troppo lungo; ve lo assicuriamo: sarà un bel viaggio negli inferi.

E se negli inferi ci siete stati e siete già nostalgici, segnatevelo sull’agenda: Sabrina ritorna su Netflix il 14 dicembre con uno speciale di Natale, e chissà come farà parlare di sé questa volta.

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