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Qualche mese fa, abbiamo intervistato la mitica Irene Facheris, fondatrice e coordinatrice dell’associazione Bossy, che lavora a favore delle uguaglianze e dei diritti umani. Era precisamente il 16 settembre, e mancavano solo due giorni all’uscita del suo primo libro, “Creiamo cultura insieme: 10 cose da sapere prima di iniziare una discussione” (edito da Tlön), che in questi due mesi ha avuto un grandissimo successo, complice certamente la popolarità di cui gode la sua autrice.
In effetti, il titolo del libro riprende il motto di “Parità in Pillole”, l’affermata rubrica di YouTube tenuta dalla stessa Irene sul suo canale (Cimdrp), che settimanalmente infonde ai suoi spettatori (anche giovanissimi) maggior consapevolezza delle notizie di cronaca, dell’altrui dignità, e dei concetti fondamentali del femminismo intersezionale. Si tratta infatti di video di massimo dieci minuti che agevolano la comprensione di argomenti complessi grazie alla chiarezza, alla semplicità e alla capacità di sintesi di Irene.
Ora, la giovane autrice affronta una tematica più generica, ma che deve necessariamente stare alla base del comportamento di chiunque voglia relazionarsi con gli altri in modo proficuo e positivo – tanto sul lavoro come nella vita di tutti i giorni –, e conseguentemente sviluppare un atteggiamento di tolleranza nei confronti delle idee e delle emozioni altrui.
Laureata in psicologia e formatrice di professione, Irene riprende una questione già accennata in alcuni dei suoi video su YouTube, sviscerando i 10 punti fondamentali da tenere a mente per fare due cose che teoricamente tutti sappiamo fare, ma che in realtà – una volta conclusa la lettura – ci accorgiamo di non aver mai svolto correttamente: ascoltare e parlare. Azioni che paiono talmente naturali da non essere meritevoli di cautela, e che però di allenamento e controllo ne richiedono parecchio. In effetti, sentire con le orecchie non significa ascoltare, e per conversare non basta dare fiato alla bocca, ma bisogna scegliere e ponderare le parole.
Come ascoltare davvero il nostro interlocutore mettendolo al centro dell’attenzione, senza inavvertitamente spostare il focus sulle nostre esperienze o su quello che pensiamo noi? Come affrontare i problemi dell’altra persona in modo costruttivo, senza giudicare, senza consigliare, senza proiettare le nostre emozioni su una situazione che non ci appartiene? Non ci si pensa mai, ma incappiamo in svariati errori quasi ogni volta che discutiamo con qualcuno: interrompiamo, compatiamo, critichiamo, moralizziamo, arriviamo perfino a cambiare argomento, togliendo importanza a ciò che l’altro ci sta comunicando. “Ah, che bel problema che hai! Pensa che una volta io... ” oppure “No, secondo me sbagli a sentirti così. Secondo me, dovresti fare...” non sono frasi utili. Non rispondiamo in questo modo intenzionalmente o con cattiveria, ma sta di fatto che ci succede, e non è rispettoso nei confronti del nostro interlocutore. Ascoltare e parlare sono quindi due abilità che dovrebbero essere parte integrante della nostra educazione, ma in realtà non è quasi mai così.
Il compito di Irene diventa dunque quello di rendere fruibili a tutti nozioni teoriche necessarie, probabilmente già conosciute da chi ha studiato o studia psicologia, ma su cui la persona media (per quanto istruita e di buone maniere) non si è mai davvero soffermata. I ragionamenti esposti sono dunque illuminanti e chiarificatori per chi li ascolta per la prima volta, ma diventano rilevanti anche per chi ne era già a conoscenza. La modalità di scrittura breve, riassuntiva ed informale è infatti qualcosa di inedito perché non specialistico, dunque un’ottima linea guida anche per gli esperti che volessero insegnarne il contenuto.
Niente di automatico o scontato da mettere in pratica, anzi: la teoria della comunicazione, dell’ascolto e dell’empatia (che cosa sia davvero l'empatia, ce lo spiega molto accuratamente Irene) è molto più semplice a dirsi che a farsi. Richiede impegno per essere applicata, soprattutto all’inizio: un esercizio e uno sforzo mentale che sono però necessari ai fini di un equilibrato rapporto con l’altro.
Nei 10 capitoli siamo dunque guidati verso una nuova presa di coscienza, grazie alla quale diventiamo maggiormente consci di ciò che inconsciamente sbagliamo tutti i giorni. Con lo stesso stile colloquiale dei suoi video, Irene racconta in un modo chiaro, conciso e schematico che rende gli argomenti comodamente accessibili a adulti e ragazzi. Arricchisce poi il suo libro di numerosi esempi pratici anche tratti dal suo quotidiano, e batte sui passaggi fondamentali della sua esposizione con uno stile volutamente ripetitivo, per facilitarne l’interiorizzazione.
“Creiamo cultura insieme” è un libro breve, si legge in poco più di due ore ed è perfetto per essere sfogliato e riletto all’occasione. Dopo una prima infarinata, può infatti essere utile tenerlo sul comodino o sullo scaffale dei libri preferiti, per poter rimettervi mano e ripassarne i punti chiave in tutte le occasioni in cui ne sentiamo il bisogno. Perché, fidatevi, ne sentirete il bisogno, e le teorie qui esposte vi torneranno alla mente ogni volta che parlerete con qualcuno.
Consigliato tanto a chi è particolarmente loquace come a chi invece preferisce ascoltare, per aiutare chiunque a migliorarsi continuamente e utilizzare gli scambi interpersonali allo scopo di creare cultura insieme.
(Chicca finale: Irene ha anche creato una mini-playlist su Spotify con le canzoni che hanno accompagnato la stesura del suo libro... e che potranno accompagnare la vostra lettura! Enjoy)