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Dopo anni in cui il trend in materia di Beauty è stato dominato dalla skincare coreana, è il momento della J-Beauty, di retaggio nipponico.
La skincare, in Giappone, riconduce a una tradizione antichissima e nobile, che vede la cura della pelle come un momento rituale, una conoscenza da tramandare di madre in figlia, un’esperienza a tutto tondo che coinvolge tutti sensi.
La filosofia che sta dietro a questo approccio è quella della self-care: prendersi cura della pelle come forma di self-love, perché quando facciamo qualcosa di bello nei nostri confronti non ne beneficia solo il corpo, ma anche il nostro umore e il nostro modo di affrontare le giornate.
L’idea di fondo rispetto alla K-Beauty, che si basa su numerosi step, predilige pack colorati e divertenti e gioca molto sulla molteplicità degli elementi, è proprio il minimalismo, l’essenzialità più assoluta, una grande attenzione alla naturalità e agli ingredienti.
Di fondamentale importanza è la gestualità, che richiama l’elemento rituale: secondo la J-Beauty il viso va trattato sempre con estrema cura, durante la detersione è preferibile non strofinare la pelle per non irritarla, così come quando si stende una crema è bene massaggiarla con piccoli movimenti circolari per riattivare il microcircolo.
I quattro step fondamentali della skincare giapponese sono, nell’ordine:
Double cleansing, ovvero la tecnica di lavare il viso una prima volta con un olio struccante delicato per rimuovere il make-up, e successivamente con un detergente in mousse o in gel per rimuovere residui e impurità.
Esfoliazione, uno step importante per rimuovere le cellule morte sulla superficie della pelle, rendendo l’incarnato fresco e luminoso. Per evitare di sfregare eccessivamente la pelle le giapponesi ricorrono a esfolianti chimici, a base di estratti di quinoa, acido glicolico e acido salicilico. Grazie ai peeling chimici è possibile inoltre attenuare macchie della pelle e cicatrici da acne.
Emulsioni leggere, dall’effetto brightening, per un viso dall’incarnato radioso. Grande attenzione viene prestata agli attivi naturali impiegati, per un effetto bonne mine e un complexion luminoso, da bambola.
Protezione solare, perché le donne giapponesi conoscono i rischi degli effetti dei raggi UVA e UVB sulla pelle, pertanto scelgono sempre una protezione alta (SPF 30 o 50), per proteggersi da macchie cutanee e segni d’espressione.
Il segreto della J-Beauty? La costanza, che conduce a risultati evidenti e durevoli nel tempo, l’essenzialità, ovvero la filosofia del less is more, e la naturalità, per una cosmesi sempre più green e rispettosa dell’ambiente.
E voi? Siete più ragazze K-Beauty o J-Beauty?