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"Growing" di Amy Schumer


Andare nei teatri mentre ti trovi alla fine di una gravidanza difficile non è un’impresa da tutti. E anche la mitica Amy Schumer ha dovuto da poco annullare il resto del suo tour (tramite un annuncio su Instagram), appunto per salvaguardare la sua salute e quella del suo bambino.

Ma sta di fatto che a Chicago ci è andata, e ha potuto registrare Growing, la sua standup comedy in esclusiva per Netflix (dal 19 marzo disponibile sulla piattaforma).

Qui si è esibita sfoggiando il suo pancione, che le sta procurando non pochi problemi, primo tra tutti l’iperemesi che proprio non la lascia in pace. Di questo racconta il suo nuovo spettacolo: della gravidanza, del recente matrimonio e di suo marito, lo chef Chris Fischer: insomma, tematiche da grown-up woman. Amy Schumer è cresciuta, e ci sono stati tanti cambiamenti radicali nella sua vita… sì, ma lei non è cambiata poi così tanto.

Growing è un compendio di ciò che l’attrice sa fare meglio, degli argomenti che sa toccare in modo più efficace. Troviamo sì temi nuovi, come la gravidanza e la vita di coppia, ma anche i suoi evergreen, come i problemi quotidiani delle donne e le battute sul sesso, sulle parti intime, sulla sua forma fisica. Ancora una volta, Amy si riconferma una donna come le altre, che parla al suo pubblico come se stesse raccontando al suo gruppo di amiche, di fronte a un bicchiere di vino rosso, le performance sessuali del suo partner.

La gravidanza narrata da Amy è totalmente senza filtri, costellata di aneddoti divertenti ma anche di aspetti fastidiosi o schifosi (le emorroidi, il vomito): è dipinta come un periodo davvero traumatico e difficile, per quanto naturale e speciale. Una delle poche note positive? Che durante la gravidanza non hai le mestruazioni! Anche queste ultime non sono per niente piacevoli, e qualcuno lo deve pur dire.

Come ogni spettacolo di Amy Schumer, anche questo rompe una serie di tabù, ed è tutt’altro che disimpegnato. L’attrice affronta infatti anche il tema del privilegio degli uomini, nella società e nel lavoro, e il grosso problema della mascolinità tossica, l’educazione (sbagliata) che viene data agli individui di sesso maschile fin dall’infanzia: “comportati da uomo”, “non mostrare i tuoi sentimenti”, “non fare la femminuccia”. Questi messaggi vanno di pari passo con quelli lanciati alle ragazzine: “se ti fa i dispetti, vuol dire che gli piaci”. È questa la ragione per cui noi donne siamo portate a scegliere gli stronzi e a stare con chi ci fa soffrire? Interessante spunto di riflessione.

Amy ci racconta anche di quando, ad ottobre, è stata arrestata a Washington insieme ad altre 300 donne (tra cui c’era anche la top model Emily Ratajkowski) mentre protestava contro la nomina alla Corte Suprema americana di Brett Kavanaugh, accusato di violenza sessuale nei confronti di tre donne. Di gran lunga il momento migliore e il più empowering dello spettacolo (almeno, secondo me).

L’attrice passa da una tematica all’altra, affrontando anche quella, molto delicata, dell’autismo, di cui parla in maniera divertente e leggera. Chris, suo marito, ha la sindrome di Asperger, e si colloca dunque nello spettro dell’autismo. I racconti di Amy sull’inadeguatezza di Chris in molte occasioni sociali sono decisamente esilaranti.

“Quando gli è stata diagnosticata la sindrome di Asperger, mi sono resa conto di quanto fosse buffa la situazione, perché tutte le sue caratteristiche riconducibili allo spettro dell’autismo non erano altro che quelle che mi hanno fatta innamorare perdutamente di lui”

Vale la pena vedere questo spettacolo anche solo per le capacità interpretative di Amy, per come si muove sul palco, per la sua gestualità e le sue facce davvero buffissime.

La sua comicità può piacere e non piacere, ma a lei non importa di piacervi: il suo stile è totalmente unapologetic. Scusate, parlando di lei a me viene in mente solo questo aggettivo inglese, che ritengo perfetto per descriverla, ma che ha una traduzione difficile in italiano. Diciamo che Amy Schumer è insolente, impertinente, non gliene frega nulla, dice quello che vuole e non chiede mai scusa. Ecco, il lavoro di Amy Schumer può essere descritto così.

E sì, è volgare, molto volgare, ma anche naturale e vero. Il The Guardian ha definito l’attrice una “sex comic”, e trovo che abbia ragione. Il sesso e il corpo sono gli argomenti di punta di Amy Schumer, quelli in cui è più forte. E questi sono i temi che spingono anche questo spettacolo, sempre molto empowering, sempre pungente, che si rivolge tanto alle donne quanto agli uomini, ricreando situazioni in cui tutti si possono rispecchiare.

Oltre a Growing, su Netflix potete trovare The Leather Special, standup comedy di Amy del 2017.

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