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I pregi e difetti di Workin' Moms


Workin’ Moms è una serie tv canadese del 2017, la cui prima stagione è da poco disponibile su Netflix. Per ora le stagioni sono in tutto tre, ma noi speriamo che anche le restanti due approdino presto sulla piattaforma.

Non si tratta della solita serie-simil-reality-show in cui troviamo solo neomamme perfette oppure incredibilmente disastrose e disfunzionali (vedi: 16 and Pregnant). Workin’ Moms è un telefilm esilarante che ha come protagoniste numerose donne, tutte diverse, che vivono la maternità in modo diverso: c’è chi ama il suo lavoro e non aspetta altro che tornare in pista, chi invece lo odia e vorrebbe fare la mamma a tempo pieno, chi adora i propri figli, chi è iperprotettiva, chi invece non sopporta più i suoi bambini.

Come ha raccontato Amy Schumer nella sua standup comedy Growing (di cui vi abbiamo parlato qualche settimana fa), avere un bambino non segna l’inizio di una vita tutta rose e fiori. Non è rosa e fiori la gravidanza, non lo è crescere un bambino, mantenere in piedi un matrimonio e andare avanti con la propria carriera lavorativa, e le donne di questa serie tv lo sanno bene.

Kate va a correre spingendo il passeggino piuttosto di rinunciare al poco tempo che ha da passare con suo figlio, Jenny lotta con gli ormoni impazziti, Anne si sforza di tenere sotto controllo la sua progenie che continua a crescere, Frankie proprio non ne può più della figlia. La serie affronta tanti argomenti, più o meno delicati, come la depressione post-partum, le opinioni divergenti su come crescere correttamente i figli, i padri in paternità e il glass ceiling sul lavoro, ma lo fa sempre con un’ironia tagliente e una grande leggerezza. Per queste donne, la sorellanza è fondamentale per superare i drammi quotidiani.

A un certo punto, però, come esempio di sorellanza, la serie raffigura Frankie che, in piena crisi depressiva, corre a chiedere aiuto ad Anne, che fa la psicologa. E qui, ci sentiamo di muovere una critica alla serie. Chiedere aiuto a un amico psicologo non si dovrebbe fare, perché non si va da un terapeuta con cui si ha un rapporto personale: la sua percezione della vostra situazione potrebbe essere falsata e il suo giudizio troppo soggettivo. Questa cosa ci ha fatto storcere il naso, non è per niente realistica. Ma c’è di peggio: dopo 3 minuti di seduta Frankie crolla, piange e Anne capisce al volo il suo problema. Dopo 4 minuti, le prescrive delle medicine. Uhm. Crediamo sia una rappresentazione semplicistica e altamente banalizzata di una seduta terapeutica, forse un po’ pericolosa data la delicatezza dell’argomento. No?

Peccato, una crepa in un universo altrimenti ben costruito, fatto di diversità etnica e anche di coppie omosessuali, quindi abbastanza realistico.

Workin’ Moms è una serie semplice e senza troppe pretese, una serie da pausa pranzo. Presenta una comicità mooolto esagerata e particolarmente sfrontata, che strappa risate e tanta comprensione, per chi è già mamma e per chi non lo è ancora, ma anche per chi non ha alcuna intenzione di diventarlo. Le protagoniste fanno ridere, punto. E tanto, anche. E sono molto vere, questa è la cosa che ci piace di più: ogni angoscia, difficoltà o errore, una volta trasposte sullo schermo, appaiono normali e comprensibili – e sempre con un lato comico o positivo.

Noi siamo curiosissime di sapere cosa succederà nella seconda stagione, e voi?

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