Londra 2015.
Silvia e Carlotta, curiosando tra mercatini e botteghe vintage, trovano l’ispirazione per reinterpretare un capo tradizionalmente maschile o unisex: il gilet.
In versione corta e longuette, declinato rigorosamente al femminile, adatto a rendere leggero un abito serio o a impreziosire un pantalone informale, appropriato per tutte le occasioni, definisce lo stile di chi lo indossa. Il confezionamento di alta sartoria, la scelta dei tessuti pregiati e la cura nella selezione delle fodere, che con il loro contrasto cromatico creano un abbinamento inedito, reinventano un capo per donne attente al dettaglio.
“Da cosa nasce questa passione per la moda e in particolare per i gilet? Come nasce il brand e come questo nome?”
“Eravamo a Londra per motivi di studio. Abbiamo iniziato a coltivare il desiderio di creare un progetto tutto nostro mettendo in campo le reciproche competenze, arte e marketing management, nel settore della moda che da sempre ci affascina. Inizialmente non avevamo un’idea precisa, volevamo però orientarci su un prodotto specifico e ancora poco esplorato. L’ispirazione per reinventare in chiave femminile un semplice gilet è nata curiosando tra mercatini e botteghe vintage di Notting Hill. Il nome del brand nasce dalle iniziali di Silvia e Carlotta e dalla sillaba finale di “gilet”."
“Come trovate e lavorate i tessuti?”
“Non abbiamo un metodo definito per trovare i tessuti, ci affidiamo al nostro gusto facendo ricerca tra vecchi scampoli e capi vintage. Ci piace dare sempre un tocco personale ai materiali, creando stampe personalizzate. Ci ispiriamo a tutto quello ci circonda: un quadro, un’immagine vista online, una fotografia."
"Quanto Londra vi ha influenzato?"
"Londra è una miniera di idee, talmente tante, e tutte così stimolanti, da far letteralmente girare la testa. Nel nostro caso è stata la culla della nostra avventura e, anche se abbiamo la fortuna di vivere in luogo dinamico e propositivo come a Milano, non possiamo dimenticare che Scilé ha avuto origine a Londra dove moda e stili sono in continua evoluzione e fonte di spunti creativi davvero incredibili."
"Ci sono nuovi progetti in cantiere? Cosa vi aspettate dal futuro?"
"Abbiamo tantissime idee e nuovi progetti che speriamo di poter concretizzare nel prossimo futuro. Per adesso ci prepariamo al lancio della collezione estiva, con citazioni dal mondo dell’arte e nuove rivisitazioni del nostro classico gilet."
"A quale stile vi ispirate? Avete qualche stilista di riferimento?"
"Cerchiamo di realizzare capi che riflettono il nostro gusto e che possano adattarsi a più occasioni, versatili, da abbinare facilmente allo stile personale di ognuno. I nostri gilet sottolineano lo stile di chi li indossa, ne esaltano le peculiarità, non vogliono essere protagonisti. Semplicemente, aggiungono una nota, una “scintilla”, diventando elemento prezioso e raffinato. Amiamo giocare con colori estrosi che risaltano il taglio del modello e con tessuti a contrasto ispirandoci a molti stilisti, come Missoni, Dries Van Noten, Isabel Marant."
"Raccontateci qualche piccolo aneddoto inerenti l’inizio della vostra carriera."
"I gilet della nostra prima collezione hanno il colletto. Inizialmente il modello era stato pensato secondo il taglio maschile, classico, quello che, appunto, non prevede il colletto. E’ stato uno chemisier acquistato proprio in una bottega a Londra che ci ha fatto venire l’idea di aggiungere il colletto alla coreana."
"... e un ricordo connesso al questo primo gilet?"
"E’ stato emozionante! Ricordiamo soprattutto l’effetto cromatico di tutti i gilet appesi, pronti per essere ritirati, finalmente, e per essere esposti."