È da pochi giorni passata la festa della mamma, e quale occasione migliore per parlare di un film che ritrae la maternità in tutti i suoi aspetti, focalizzandosi soprattutto sui peggiori, i più strazianti e dolorosi?
Oggi qui a Kube parliamo di Tully, film del 2018 diretto Jason Reitman e scritto da Diablo Cody (nientepopodimeno che lo sceneggiatore di Juno!), in cui Charlize Theron è la madre di tre figli che ogni giorno si destreggia tra impegni quotidiani, problemi scolastici e pianti notturni della sua bambina neonata.
Una situazione davvero stressante, che amplifica quella a cui tutte le mamme, chi più chi meno, sono state sottoposte: Marlo – questo il nome della protagonista – ha tre figli molto piccoli, di cui uno parecchio problematico e una appena nata, ha un lavoro che non l’ha mai soddisfatta e un marito amorevole ma poco presente. Insomma, un contesto difficile a cui una persona come Marlo, che non è certo debole ma è molto sensibile, non riesce a reggere. Marlo piange, ha scatti d’ira, non dorme, ingrassa molto, vive una profonda depressione post-partum, raffigurata a 360° gradi, con tutti i suoi alti e bassi.
La realtà è che essere madri è probabilmente un’esperienza molto forte, a tratti magnifica e a tratti terrorizzante, soprattutto nel primo periodo. E ciò che questo film vuole portarci a capire è che la depressione post-partum arriva quando meno te l’aspetti e può capitare a tutti, è una cosa fuori dal controllo della persona che la vive e non riesce più a scollarsela di dosso, è qualcosa che prova psicologicamente e lascia un segno profondo dentro il soggetto, una malattia che si cancella solo con il tempo e tanto aiuto.
Ed è proprio di aiuto che Marlo ha bisogno, perché sì, suo marito gentile, premuroso e aiuta i figli a fare i compiti quando torna a casa da lavoro la sera, ma durante il giorno è lei a rimanere con i figli, a preparare da mangiare, a dar loro dei passaggi a scuola e agli allenamenti, ad andare a parlare con i professori. Le persone attorno a Marlo si accorgono che sta lentamente affondando, si sta spegnendo, sacrificandosi dietro ai figli: è a questo punto che il fratello di lei consiglia di assumere una tata notturna, una figura discreta che può aiutare Marlo solo di notte curando la piccola Mia, appena nata.
All'inizio, Marlo oppone resistenza perché – si sa – una madre non vuol certo sentirsi dire che da sola non ce la fa, che ha bisogno di assistenza per portare avanti un compito che dovrebbe venirle facile e naturale. Dopo qualche tempo però, la donna cede ed entra in gioco lei, la Tully del titolo, una super-tata bella, giovane e pimpante e che arriva la sera, cura Mia e, piano piano, instaura un rapporto profondo con Marlo.
Da qui in poi non vi diciamo più niente, non vogliamo rovinarvi le sorprese che si nascondono dietro l’angolo per lo spettatore di questo film, i cui punti di forza sono certamente lo studio approfondito del comportamento e dello stato psicologico di Marlo e l’interpretazione magistrale di Charlize Theron.
Vi consigliamo la visione di Tully perché è un film molto vero e piuttsto crudo, che ci aiuta a comprendere le difficoltà della vita adulta e della gestione della famiglia, ci mostra chiaramente quanto il nostro stato mentale influenzi la nostra percezione della realtà, mette in scena l’amore incondizionato in un bel matrimonio minato dalle difficoltà di ogni giorno. Anche chi non è madre o non ha intenzione di diventarlo potrà capire la condizione di Marlo e godersi questo film, che viaggia tra realtà e fantasia, tra quotidianità e deliri, tra momenti felici e momenti tristi.