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Aya Mohamed (su Instagram @milanpyramid) ha 22 anni ed è una ragazza musulmana italiana. Nata in Egitto ma cresciuta a Milano, Aya studia Scienze Politiche Internazionali alla Statale di Milano e sul suo blog racconta il proprio punto di vista su tematiche diverse.
L'abbiamo intervistata per scoprire qualcosa di più del suo mondo.
Che cosa ti ha spinta ad aprire il blog e ad iniziare a condividere il tuo punto di vista sui social?
Quando cominciai ad indossare il velo mi resi conto che attorno a me non vedevo nessuno nella società che mi rappresentasse. Non vedevo una figura femminile musulmana nei media tradizionali, in politica o sui social media a livello nazionale, che portasse una voce diversa, una voce che io sentissi mia.
In un momento in cui mi sono sentita sola, mi sono ricordata che come me ci sono centinaia se non migliaia di ragazze musulmane, velate italiane. Neanche la loro voce è rappresentata e questo mi spinse ad esporre me stessa e mettermi in gioco personalmente!
Per questo due anni fa aprii www.milanpyramid.com un luogo dove io potessi condividere il mio punto di vista a proposito di politica, lifestyle, fashion e beauty. Oggi su youtube racconto la storia di altre persone come me!
Qual è la tua esperienza nel mondo dei social? Credi che siano un mezzo valido per parlare di argomenti seri come religione o lotta alle discriminazioni?
Assolutamente si! I social media oggi sono il primo mezzo attraverso il quale la maggior parte di noi riceve le notizie quotidiane, li utilizziamo a scuola, a lavoro, perfino in politica! Oltre magari a perder tempo ogni tanto, è un fantastico mezzo per conoscere nuove realtà, più vicine a noi di quanto pensiamo. Io non uso i social per parlare di religione ma il tema non è separabile dalla mia persona, quindi utilizzo la mia piattaforma per istruire le persone e ricordare a tutti che siamo delle semplici ragazze anche noi!
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Hai un buon rapporto con l’Italia?
Nonostante io sia nata in Egitto io sono Italiana. L’appartenere a una nazionalità non nega l’altra. In Egitto vengo considerata la ragazza italiana e in Italia vengo considerata la ragazza egiziana.L’Italia è il luogo in cui ho vissuto da quando avevo 3 mesi di vita, la mia vita è molto simile a quella di qualsiasi altra ragazza italiana. Conosco la storia, la costituzione, la cucina e l’arte di questo paese che considero casa!
Credi che in Italia i pregiudizi e le discriminazioni verso le altre etnie, culture e religioni siano ancora molto forti?
Sfortunatamente si. Penso che ultimamente ci sia un’ondata di xenofobia molto forte alimentata anche dalla situazione politica che quasi normalizza i pregiudizi e le discriminazioni. Tuttavia questa ondata sta alimentando un movimento ancor più forte di persone che vogliono contrastarla! Ed è questa l’Italia che mi piace!
Che legame hai con la tua terra di origine? In che modo riesci a mantenerlo vivo?
I miei genitori hanno lasciato le loro famiglie e la loro patria da giovani per trovare opportunità migliori ma dentro di loro hanno sempre mantenuto acceso l’amore per l’Egitto e l’Islam. Mi hanno tramandato la loro cultura insegnandomi a leggere, scrivere e parlare l’arabo. Ho la fortuna di poter tornare in Egitto quasi ogni estate a trascorrere le vacanze con cugini, zii e nonni.
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Nel tuo blog e sul tuo canale YouTube hai spesso parlato del significato dell’Hijab per la religione musulmana. Tu che rapporto hai con il velo a livello personale?
Fin dall'inizio dei tempi noi esseri umani amiamo esprimerci e mostrare chi siamo, cosa ci piace e in cosa crediamo. Per me il velo è questo. Il Hijab è la mia identità. Io mi presento alle persone come “ragazza musulmana italiana” ed è visibile anche esteriormente. Fa parte di chi sono e ne vado fiera.
Come ti relazioni con la moda? L’Hijab e in generale la tua cultura d’origine hanno un ruolo nella costruzione del tuo stile e della tua immagine?
Ho sempre avuto una grande passione per la moda, da piccola sognavo di diventare stilista, poi modella e poi ho capito quanto mi piacesse la politica ahahahah La moda per me è arte, una forma d’arte con cui si può giocare e divertirci un po’ come il make up!
Ma la moda è sempre stata uno “STATEMENT”! Ci si veste in un certo modo per mandare un messaggio specifico. Che questo messaggio sia “non mi importa niente di come mi vesto” oppure “voglio che ogni cosa che indosso sia firmata”, entrambe sono decisioni che prendiamo. Non credo che la mia cultura d’origine abbia influenzato il mio stile personale. Mi ispiro molto allo stile vintage europeo degli anni 40, oppure sportivo americano anni 90 e li combino con il velo. Proprio questo rende i miei looks interessanti!
In che modo la tua religione e la tua cultura influiscono sul tuo essere donna?
In Italia negli ultimi anni si sta cominciando a parlare di Femminismo Islamico e a mettere in dubbio alcuni preconcetti su donne, diritti e Islam. Ti definisci femminista?
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Il medioevo è stato il periodo peggiore per la figura femminile nella storia che conosciamo, ed è in questo periodo che è sceso il Corano e si è affermata la nascita dell’Islam. Le nozioni presenti in questa religione erano assolutamente futuristiche per il loro tempo, erano visti come femministi. L’Islam mi insegna prima di tutto i miei diritti come donna: votare, partecipare attivamente nella società, nella politica, di istruirmi, di ereditare, di divorziare. Tutti questi valori che non erano presenti prima dell’Islam. Femminismo significa credere nell’uguaglianza dei sessi in tutti i campi politici, economici e sociali ed è esattamente ciò in cui l’Islam crede! Dio non ti giudica diversamente in base al tuo sesso. La prima moglie del profeta era ciò che potremmo definire oggi come una Business Woman. La prima università al mondo è stata creata da una principessa musulmana in Marocco. Nel 2013 Ibtihaj Muhammad è stata la prima donna musulmana velata a vincere le Olimpiadi. Ogni giorno le donne mostrano quanto siano forti e coraggiose, e lo fanno anche le donne musulmane!
Tutti i pregiudizi e le credenze che si sono create attorno alla figura femminile islamica oggi nella società occidentale, si basano su casi negativi rari che vengono utilizzati da agende politico-economiche. Generalizzare e manipolare le informazioni per i propri interessi è ciò alimenta poi la xenofobia.
Che progetti hai per il futuro come blogger e influencer?
Io voglio amplificare la mia voce e la voce di migliaia di donne musulmane italiane e rompere gli stereotipi che ancora oggi esistono!