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La bellezza e la comunità LGBTQ+, secondo Andrea Cimatti e La Trape

Cut-crease, contouring, highliting: tutti termini che, se sapete qualcosa di trucco, probabilmente conoscete.


Quello che potreste non sapere è che le tecniche regine dell’instagram makeup sono nate come tutt’altro che mainstream, anzi, come espressione di un'arte che del deviare dalle norme di genere ha fatto un tratto distintivo: quella drag. E non solo la drag: è anche dalla cultura ballroom che molti makeup artist, spesso queer, hanno tratto ispirazione per il trucco delle star sui red carpet, look che poi i fan hanno ricreato nei primi video tutorial comparsi su Youtube: quelli da cui sarebbe nata la beauty community online, che oggi detta le regole del settore.


Senza la cultura LGBTQ+, la nostra concezione di bellezza sarebbe molto diversa. Ma questo debito spesso non è riconosciuto. Così, da una parte l'industria cosmetica sta iniziando solo adesso a valorizzare la comunità queer e genderqueer; dall'altra, al di fuori di questa bolla, il mondo non etero e non cisgender è ancora visto come alieno, esagerato, provocatorio.


Ma è qui che emerge la valenza politica della stravaganza: coprirsi di glitter, mettersi in full face, da persona queer, significa rivendicare la propria esistenza. Dire forte e chiaro: io sono qui, e vi renderò impossibile non vedermi. È un atto celebrativo e di protesta. Non vuol dire che tutte le persone della comunità sappiano o vogliano truccarsi full glam: ma non è un caso se i la cifra stilistica dei Pride sia l'esplosione di colori.


Di bellezza, e il suo rapporto con la comunità e cultura LGBTQ+, abbiamo parlato con due ospiti che del makeup hanno fatto parte integrante delle loro vite: la drag queen Trapezia e il MUA Andrea Cimatti.


La Trape

Drag queen e performer

Cos'è per te la bellezza, da un punto di vista individuale e collettivo?

«La bellezza, secondo il mio personale punto di vista, risiede nella libertà e nella diversità, nella capacità di esprimere appieno la propria potenzialità. Per questa ragione credo sia individualmente molto connessa alla felicità. A livello collettivo credo risieda nella gentilezza e nel "prendersi cura" dell'altro. Non fraintendete, non voglio metterla giù come linea di principio utopica e distante dalla realtà, né renderla uno slogan vuoto.


Sono fermamente convinta che un individuo raggiunga l'apice della sua bellezza nel momento in cui riesce ad esprimersi appieno, libero da pregiudizi, sconfiggendo difficoltà esterne, e riuscendo a raccontare il proprio universo, e credo che la bellezza collettiva provenga dall'amore per gli altri: banalmente creando connessioni e portando in luce il nostro Io più sincero riusciamo a mostrarci e farci amare per ciò che siamo,

e in quel momento chi ci aiuta ad esprimerci ci guarda con occhio cosciente della nostra identità e con lo sguardo dell'amore, riuscendo a darci esattamente ciò di cui abbiamo bisogno.

Allora non solo non esiste bellezza totalmente realizzata nell'oppressione, ma neppure nell'individualismo.»

Qual'è il significato del makeup nell'arte Drag, e in che senso, citando la drag queen Latricia Royale, "Il trucco modifica il paesaggio della tua identità"?

«Il makeup nell'arte Drag rappresenta, a mio avviso, uno strumento di libertà.

Tutto ciò che interviene sul nostro corpo (modificazioni corporee, chirurgia, ecc.) serve ad esprimere esteriormente il nostro essere, slegandoci dal dover raccontare una storia che spesso non è totalmente la nostra, perché non l'abbiamo scelta e non è frutto della nostra esperienza e crescita quotidiana.


«Il makeup, come il costume, è un intervento provvisorio che permette di raccontare anche solo un momento, di lavorare sul cambiamento rapido delle nostre emozioni e del nostro sentire.»

Sono quindi strumenti efficacissimi di narrazione del sé "qui ed ora". Non hanno regole, possono raccontare di un alter-ego concreto e costante come di un essere "di passaggio". Liberano e comunicano, e, facendo questo, ci permettono di instaurare connessioni reali.»


Andrea Cimatti

MUA e beauty content creator



Cos'è per te la bellezza, da un punto di vista individuale e collettivo?

«A parere mio la bellezza è un concetto astratto ed estremamente personale e relativo: purtroppo siamo cresciuti in una società in cui la bellezza è stata ridotta a fattori talmente effimeri e limitati che ci siamo autoconvinti che significhi solamente avere un certo aspetto fisico o determinate caratteristiche, anche nella propria vita.


Parlando da ragazzo esteta, che ama il concetto di bellezza come qualcosa che trasmette sentimenti, ti dico che in realtà la bellezza non è identificabile— è ciò che ci lascia a bocca aperta, ciò che ci rende felici, energici, stupiti e determinati, qualcosa che veramente non saprei racchiudere in qualcosa di ben preciso.


È un sentimento talmente tanto grande, vario ed adattabile a tantissimi elementi diversi che mi limito a dire che la bellezza, sia dal punto di vista individuale che collettivo, è paragonabile a sicurezza di se stessi, al volersi bene, all’amarsi e al vivere al meglio la propria vita, apprezzando tutto ciò che ci circonda; perché ritengo che ognuno di noi possa trovare del bello in qualsiasi cosa, elemento, animale o persona.»


In che modo credi che i social e la popolarità acquisita da influencer e MUA LGBTQ+ stiano modificando il mondo del makeup?

«Credo che aver potuto acquisire popolarità sia nel mondo del makeup che nel mondo dell’attivismo LGBTQ+ abbia contribuito a far sentire le persone più sicure di se stesse!


Ricevo ogni giorno messaggi da persone che mi chiedono come poter affrontare determinate situazioni (scolastiche, familiari, personali...), che mi ringraziano per essere stato d’aiuto nel far loro capire in cosa si identificano, che strada preferiscono prendere, nell’avere trasmesso la passione del makeup e nell’aver insegnato alle persone come essere sicuri di se e come amarsi. Ciò che mi riempie infinitamente il cuore è proprio il sapere che c’è qualcuno là fuori che si trucca grazie a me, che ha fatto coming out grazie a me, che ha scelto di fare un’accademia di make-up grazie a me e che si è identificato e si ama grazie a me.


In più vorrei aggiungere il fattore più grande e che credo abbia influito tantissimo sul mondo soprattutto del makeup: l’essere un ragazzo.

Vedere un uomo che indossa makeup è ancora un taboo per tantissime persone, e sapere che tantissimi ragazzi là fuori si truccano grazie a me è la mia ragione di vita.


Ho iniziato questo percorso per rompere ogni barriera possibile e mi sembra, grazie anche all’aiuto di tutti i miei colleghi uomini facenti parte della community makeup in Italia, che piano piano le barriere stiano cadendo sempre di più. Spero e confido in un mondo in cui la paura del diverso e dell’uomo con il makeup possa prima o poi svanire e, in caso io possa aver influito un minimo su questo, ne sono estremamente grato e felice.»

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