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Cosa rende "The Undoing" così accattivante?

Dall’otto gennaio la miniserie con Nicole Kidman e Hugh Grant è finalmente disponibile anche in Italia. The Undoing (titolo originale al quale è stato aggiunto il sottotitolo italiano le verità non dette) è un dramma tratto dal romanzo giallo Una famiglia felice di Jean Hanff Korelitz. Il primo episodio ci proietta nella vita di una ricca famiglia New Yorkese composta dalla brillante ed elegantissima psicologa Grace Fraser (Nicole Kidman), dall'amato pediatra oncologico Jonathan (Hugh Grant) e dal loro figlio Henry (Noah Jupe), un ragazzo sensibile ed intelligente.


Insomma una famiglia felice e pienamente inserita nell’alta società di Manhattan dove tutti abitano in sontuose penthouse con vista su Central Park e trascorrono le loro giornate tra aste di beneficenza e musei d’arte. La Frick Collection, ad esempio, piccolo ma autorevole museo a pochi passi dal più noto Metropolitan Museum, compare preminentemente nella serie e sembra essere il luogo di riflessione prediletto dal ricchissimo padre di Grace (Donald Sutherland). Il palazzo che ospita la prestigiosa scuola di Henry invece è lo stesso che compariva in Gossip Girl, altra serie sull’élite di New York.

Donald Sutherland e Nicole Kidman nella Frick Collection a New York

Ma come potete immaginare, dietro a questa immagine di successo e perfezione si celano molti segreti che iniziano ad emergere nel corso delle investigazioni riguardo al brutale omicidio della madre di un compagno di scuola di Henry, Elena Alves, una giovane artista interpretata dall’italiana Matilda De Angelis.

L'attrice italiana Matilda De Angelis nei panni di Elena Alves

Gli Alves sono gli unici personaggi della serie a non appartenere a quest’ambiente e infatti dall'inizio è chiaro che Elena fatica ad inserirsi nel cerchio delle mamme all’interno del quale Grace invece si muove con grande naturalezza. Le due donne però si incontrano e (per motivi che non specificherò onde evitare spoiler) i Fraser si ritrovano coinvolti delle indagini. Il mondo di Grace inizia a sgretolarsi, lasciando spazio a sempre più dubbi e sospetti.


Si tratta di una serie molto accattivante, non a caso creata da David E. Kelley, lo showrunner di Big Little Lies, altra fantastica miniserie con Nicole Kidman anch’essa centrata attorno ad un misterioso omicidio, e diretta da Susanne Bier, regista tra le altre cose del thriller con Sandra Bullock Bird Box. The Undoing ci spinge a formulare continuamente ipotesi per poi ricrederci pochi minuti dopo. La dinamica dell’omicidio è chiara e riusciamo facilmente ad individuare il colpevole. Eppure non ne siamo mai proprio sicuri. Il dubbio persiste fino alla fine. Seguiamo lo sviluppo della vicenda tramite gli occhi di Grace.

Uno dei fantastici cappotti indossati da Grace nella serie

Qui entra in gioco la bravura della Kidman e degli altri attori che riescono a farci mettere nei loro panni. Proviamo empatia nei loro confronti, come se li conoscessimo davvero. La questione diventa presto personale, emotiva. Queste emozioni iniziano a condizionarci e quello che sembrava evidente visto da fuori diventa più complesso, sfaccettato, ambiguo. È un’interessante esplorazione della mente umana, della nostra incapacità di separare pensieri ed emozioni, che si tratti di fatti drammatici come questo o della nostra vita di tutti i giorni. Quanto spesso ci capita di rivisitare un’esperienza passata stupendoci della nostra propria cecità? Di chiederci “come ha fatto a sfuggirmi una cosa così ovvia?” È una sensazione estremamente comune, che la serie evoca perfettamente.

È su questo che si focalizza, seguendo un’unica trama, senza digressioni. Non cerca di sollevare mille tematiche diverse, di proporre innumerevoli riflessioni profonde. Il suo intento è specifico e per questo riesce a perseguirlo così efficacemente, anche grazie al format concentrato della miniserie di solo 6 episodi di circa un’ora.


Sarebbe forse stato ancora meglio rilasciare anche in Italia (dove gli episodi sono usciti tutti insieme) un'episodio a settimana, come hanno fatto negli Stati Uniti per rendere l’esperienza più suspenseful, dare al pubblico il tempo di formulare ipotesi, rimuginare, ricredersi. E ovviamente anche per suscitare maggiore attenzione, far parlare di sé. Per fare questo però sarebbe dovuta uscire in contemporanea con gli USA (dove ha debuttato il 25 ottobre) in modo da evitare eventuali spoiler, cosa che evidentemente non è stata possibile. Se però siete in cerca di qualcosa da bingeare allora questa è la serie che fa per voi. E di sicuro non sarò io a giudicarvi se decidete di spararvi tutti gli episodi di fila.

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