Qualche tempo fa ho scritto un articolo proprio qui su Kube in cui parlavo del concetto di "mascolinità tossica" descrivendone i vari comportamenti e conseguenze: "SII UOMO", due parole che racchiudono perfettamente quello che poi l'articolo spiega.
Dopo averne parlato mi sono chiesta, ma esiste anche una femminilità tossica?
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In primis, ci terrei a precisare il concetto di femminilità che si distingue dal concetto di femminismo.
La femminilità è un concetto, variabile da cultura a cultura, con cui si definisce un ipotetico insieme di caratteristiche fisiche, psichiche e comportamentali associate alle donne.
Il femminismo invece è un movimento politico e culturale.
Dopo aver fatto questa prima differenza riportando il significato dell'una e dell'altro, tenendo a sottolineare la variabilità della femminilità e anche "dell'ipotetico insieme di caratteristiche" perché niente è universale, ma tutto è soggettivo, accanto proprio a questa parola, femminilità, troviamo il termine "tossica."
La femminilità tossica: esiste?
Da questa definizione troviamo diverse risposte che si possono racchiudere in due gruppi:
1) Definiamo con femminilità tossica tutti quegli atteggiamenti adottati dalle donne che usano la loro condizione di essere donne per avere agevolazioni e privilegi;
2) La femminilità tossica è quell'insieme di caratteristiche da sempre associate al femminile: il rosa, il decoro, la gentilezza, la sottomissione.
Se nella prima possiamo notare un concetto nato dalle donne, il secondo nasce invece da una società patriarcale e misogina, io invece noto che la base è esattamente la stessa e che in entrambi i casi si tratta di una società patriarcale e misogina.
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La femminilità tossica quindi esiste?
Non vi sono basi scientifiche per questo, ma guardando la società non con occhio miope come siamo abituati, possiamo dire di sì, la femminilità tossica esiste ed esiste nell'imposizione di essere esattamente come ci vogliono e non come vogliamo noi come la mascolinità tossica.
Entrambe, mascolinità tossica e femminilità tossica, sono generate da questo radicato maschilismo che ci impone e ci limita in determinati comportamenti privandoci della libertà di scegliere perché siamo continuamente catalogati e catalogabili.
Nella donna, proprio come nell'uomo, con caratteri diversi e per diverse ragioni, l'espressione di sé è sempre contenuta, omologata e plasmata e dar voce a questo vuol dire uscire fuori dagli schemi, schemi imposti proprio dalla società che genera la mascolinità tossica e la femminilità tossica.
Possiamo uscire dagli schemi senza sentirci in colpa, fuori luogo o non accettati? Possiamo dar voce a ciò senza il bisogno di giustificarsi davanti ad uno sguardo tossico?
Sì e sì, usciamo e diamo voce.
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"Sii donna, sii educata, gentile, premurosa, attenta, fragile, non parlare troppo, accavalla le gambe, sii più femminile, gioca con le bambole, usa il rosa, sii emotiva, debole e mai stanca, alzati quando ti dicono di alzarti e siediti quando dicono di sederti, chiudi la bocca, apri le gambe, truccati, ma non troppo, sii santa e sii puttana, ma in silenzio, godi a bassa voce, soddisfa e non essere mai soddisfatta, un passo indietro, testa china, fai una dieta, vai in palestra, la cellulite no, le smagliature no, curati, depilati, sii presentabile, ma non ti presentare mai, parla piano e non sempre, fatti desiderare, non ti lamentare, non è violenza, non esagerare, non bere, non fumare, sono cose da uomini, gli uomini biologicamente sono più forti, sei nervosa per il ciclo, è sempre colpa del ciclo, tutte competitive, tutte invidiose, tutte cattive, tutte streghe, sii donna."
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