Primavera, estate, autunno, inverno: tutto l’anno dovremmo proteggere la nostra pelle dal sole. Perchè? Perchè i raggi ultravioletti riescono a raggiungerci indipendentemente da nuvole, freddo, cappelli, sciarpe o ombrellone. Infatti, se da una parte è vero che il sole è un alleato per il nostro organismo in quanto fondamentale per la sintesi della vitamina D e, da non sottovalutare, per il nostro umore, dall’altra, è il responsabile di numerosi danni cutanei.
I raggi del sole si dividono in due categorie: UVA e UVB che si differenziano per le diverse lunghezze d’onda e i danni che causano. Infatti, i raggi UVA riescono a penetrare molto in profondità e per questo sono responsabili di invecchiamento cutaneo, rughe, macchie e, ben più grave, si sta studiando un legame tra questo tipo di radiazioni e i melanomi (tumori della pelle). Questa tipologia è stata a lungo sottovalutata perché all’apparenza non crea fastidi o scottature e quindi non viene percepito immediatamente il danno a cui possono portare. Proprio perché non causano bruciature, sono la tipologia di radiazioni usate per le lampade artificiali.
I raggi UVB, invece, sono quelli responsabili di eritemi, scottature e ustioni.
È indispensabile, quindi, usare protezioni solari “ad ampio spettro”, ovvero, in grado di proteggere sia dall’azione dei raggi UVA che da quella degli UVB.
Naturalmente però, non possiamo mai parlare di superpoteri in cosmetica e, di conseguenza, anche la migliore crema solare non sarà mai in grado di proteggerci al 110%. Quindi, sono fondamentali alcune “regole” non scritte ma dettate dal buon senso che ci aiutano ad evitare, o perlomeno ridurre, i danni collaterali del sole: se possibile mai esporsi nelle ore più calde o, nel caso, usare cappello e occhiali da sole (sì, perché anche gli occhi vanno protetti, così come le labbra con appositi stick o burrocacao con SPF).
La crema solare ci viene in aiuto per ripararci durante l’esposizione, purché sappiamo come sceglierla e come usarla. Sul “come sceglierla” vi rimando all’articolo “ SPF: come sceglierlo in base al proprio tipo di pelle” che trovare sempre nella sezione beauty se scorrete un po’. Aggiungo solo che ogni tipologia di pelle ha bisogno di un fattore protettivo adeguato al proprio fototipo (colore pelle/occhi/capelli) perché esso può dirci molto su quanto la nostra pelle sia “debole” o “resistente” ai raggi solari.
Per quanto invece riguarda il “come usarla” l’ideale sarebbe sempre! Infatti la crema solare ha una garanzia di efficacia di circa 2 ore dopo essere stata applicata. Ciò significa che andrebbe riapplicata più volte nel corso della giornata e ogni volta dopo essersi bagnati. Anche le cosiddette creme “waterproof” (in realtà ora sostituite dalla dicitura “water resistant”) necessitano infatti di riapplicazione perché perdono di efficacia durante il bagno. Inoltre, bisogna sempre rispettare la data di scadenza (la crema solare in condizioni ottimali rimane intatta per 1 anno), ma in ogni caso prestare attenzione alle condizioni di mantenimento (ad esempio, una crema solare conservata sotto il sole non manterrà inalterate le sue caratteristiche per un anno).
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Se si è già abbronzati ne si può fare a meno? NO! Perchè il potere di protezione dalle radiazioni messo in campo da una pelle già abbronzata è comunque inferiore a quello delle protezioni solari. Ricordiamoci inoltre che le cremi solari con protezione alta non ci fanno abbronzare di meno, semplicemente ci permettono un’abbronzatura più lenta e così meno traumatica per la nostra pelle.
SPF è l’indicatore più conosciuto per valutare l’efficacia di un filtro solare. I valori possibili sono 4 secondo una scala standard internazionale: protezione bassa (6-10), media (15-20), alta (30-50), molto alta (50+). Ma cosa significano questi
numeri? Che ci proteggono rispettivamente Photo by Marianna Hewitt
per 10, 15, 30 o 50 radiazioni?
Assolutamente no. Ciascun numero si riferisce alla quantità di raggi che “lascia passare” e che, quindi, non vengono schermati e raggiungono effettivamente la nostra pelle. Ad esempio una crema con SPF 30 lascia passare 1/30 dei raggi che equivale circa al 3% (100/30), schermandone quindi circa il 97%. Con questa definizione possiamo notare subito che la differenza tra SPF 30 e SPF 50 non è così tanta ( 97% di raggi schermati vs 98%). Nonostante questo, sempre meglio mettere una protezione alta, perché quando si parla di radiazioni e di salute, anche l’1% può fare la differenza.
Per finire, i filtri solari possono essere fisici o chimici in base al modo in cui respingono i raggi UV. Quelli fisici, come dice la parola stessa, formano una sorta di barriera sulla pelle e riflettono i raggi. Non li assorbono, non trattengono calore e non penetrano nella pelle: le radiazioni sono quindi impossibilitate a raggiungerla.
I filtri chimici, invece, catturano l’energia degli UV per evitare che raggiungano e danneggino le cellule epidermiche. Queste molecole lavorano in modo da assorbire e scomporre le radiazioni del sole, trattenere la loro energia e rilasciarla sotto forma di calore e/o fluorescenza.
Sta ad ognuno scegliere quali comprare e applicare: quelli fisici sono più sicuri per la salute della pelle, ma anche più pesanti, mentre quelli chimici permettono al cosmetico di essere molto leggero e a rapido assorbimento, ma potrebbero causare irritazioni e reazioni allergiche.
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