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J'accuse: le femministe francesi contro Polanski



Ieri sera presso la Salle Pleyel di Parigi si è tenuta la cerimonia di premiazione per l’assegnazione dei César Awards che ogni anno premiano i migliori film francesi della stagione. Quest’anno uno dei film con più nomination è stato J’accuse di Roman Polanski, uscito in Italia con il nome L’ufficiale e la spia, che ha scatenato fin dalla sua uscita un mare polemiche. Già alla sua presentazione al festival di Venezia, la regista argentina parte della giuria Lucrecia Martel aveva dichiarato che non avrebbe presenziato alla proiezione del film per un’intenzione di non separare l’arte dall’artista: ricordiamo infatti che Polanski è stato accusato nel 1977 di violenza sessuale con l’ausilio di sostanze stupefacenti, reato per cui ancora non è stato concluso un processo a causa delle continue fughe del regista che lo rendono tuttora ricercato da diversi paesi. Nonostante ciò, il film non è stato ritirato dal festival e ha continuato ad essere acclamato unanimemente. Il clima di tensione all’interno del mondo del cinema francese ha continuato a crescere sempre più fino alle dimissioni in blocco della giuria dei César, accompagnate da una lettera firmata da più di 400 personaggi del mondo dello spettacolo dove si chiede più trasparenza e uguaglianza all’interno delle selezioni e della giuria dei premi nazionali. Ieri sera poi le polemiche sono giunte al culmine: fuori dalla Salle Pleyel, già prima dell’inizio della cerimonia si sono riuniti diversi gruppi femministi in protesta contro le 12 nomination al regista franco-polacco, mostrando cartelli e slogan a sottolineare la sua natura di stupratore e predatore sessuale. Durante le premiazioni -dove J’accuse ha vinto come Miglior regia, Miglior sceneggiatura non originale e Migliori costumi- Adèle Hanael si è alzata e ha lasciato la cerimonia al grido di “vergogna” e “complimenti alla pedofilia” venendo seguita da Céline Sciamma e Noémie Merlant, rispettivamente regista e co-star di Ritratto della giovane in fiamme. Hanael già nel 2019 era stata una delle figure più importanti del movimento #MeToo francese, in quanto aveva avuto il coraggio di denunciare il regista Christophe Ruggia di averla molestata sessualmente durante la realizzazione del film Les Diables. Grazie alle sue esternazioni il regista era stato poi condannato per molestia e violenza sessuale su minore.


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