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La nudità e la censura e no, non parlo della censura di alcune foto o video da parte di Instagram o Facebook, ma parlo della censura sociale.
Cosa intendo per censura sociale?
Per censura sociale intendo riferirmi alla società tossica travestita da perbenista in cui viviamo, la società che guarda tutto con occhio critico e giudicante, quella società che ha scavato le proprie radici nel concetto di purezza apparente e insegnandoci poi a stare al nostro posto, un minuscolo, piccolo, silenzioso posto.
Photo by love.watts
La nudità è lo stato del corpo privo di indumenti e vi sono diversi tipi, pensiamo al nudo artistico, sui social, nel mondo televisivo, nell'intimità, il nudo spirituale.
La nudità è quotidianità.
Ogni tipologia ovviamente ha un proprio scopo, ma tutte hanno un comune denominatore che non è lo scandalizzare, ma COMUNICARE.
La comunicazione attraverso il nudo ha sempre avuto un impatto notevole, una sorta di "cattura attenzione", un'attenzione differente da persona a persona sicuramente ed è proprio questo che fa, stimola la fantasia e l'immaginazione, ma stimola anche la ricerca al dettaglio.
Il nudo è bello, ma bello vero.
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Photo by ove.watts
Così bello, ma così bello davvero che siamo intrappolati nella censura sociale, è un qualcosa che ancora sconvolge, ci indigna, ci fa etichettare, ci scandalizza.
Quante volte non ci siamo sentiti liberi di pubblicare una nostra foto per paura del giudizio?
Pensiamo ad un nudo femminile, una ragazza che pubblica una sua foto nuda o semi-nuda, sarà automatica una "puttana."
Pensiamo ad un nudo maschile, un ragazzo che pubblica una sua foto nuda o semi-nuda, sarà automaticamente un "coglione".
Notate delle differenze?
La censura sociale ha portato ad avere una differenza di genere come in tutto, perché anche qui il nudo femminile è sempre stato screditato e ridotto ad oggetto sessuale, una merce, un'esposizione in vetrina e il mondo fuori seduto su una comoda poltrona assumendo il ruolo di giudice e tu che hai pubblicato quella foto SEI COLPEVOLE!
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Photo by Watts.on
Pensiamo, per esempio, alla differenza basilare tra i capezzoli maschili e femminili, i capezzoli femminili non solo vengono censurati dai social stessi, ma anche dalla stessa comunità, dalla stessa società, proprio per l'indiscusso perbenismo radicato e tossico, la non libertà di esporsi, di non pubblicare, di non fare perché meno facciamo, meno saremo giudicate e se meno saremo giudicate allora vorrà dire che la società avrà vinto, ma non è questo quello che vogliamo e non parlo solo di uno sguardo sociale maschile, ma anche di quello femminile perché sì, molto spesso il nudo viene contestato anche dalle donne quanto gli uomini, solo che avviene con dei filtri diversi, nessuno viene risparmiato e se nessuno viene risparmiato allora siamo tutti colpevoli, non solo chi mostra la propria nudità.
Questo è solo uno dei tantissimi esempi quotidiani della censura sociale riguardante il nudo sui social che ho deciso di proporre, ma l'elenco potrebbe essere lungo e forse anche necessario.
E allora, per concludere, il nudo, la nudità non devono essere oggetto di censura, ma bensì di libertà, di espressione, d'arte, di comunicazione e soprattutto quello che dobbiamo fare è denudarci delle nostre maschere sociali.
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