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Sex work is work: Giulia Zollino normalizza il lavoro sessuale

Fare un pompino per 5 euro sembra più grave che raccogliere le fragole a 3 euro l'ora.

Il 30 aprile 2021 è uscito il primo libro di Giulia Zollino, “Sex work is work”, edito da Erisedizioni.


“Sex work is work” è un libro che mi ha cambiato totalmente la vita ed ha cambiato il modo di percepire qualcosa che mi era sempre stata raccontata, anche attraverso i media, come qualcosa di sporco ed umiliante.


Giulia Zollino è un’antropologa, educatrice sessuale, attivista e svolge attività di divulgazione sui social per sensibilizzare sui temi relativi al sex work e sradicarli dai diversi luoghi comuni e tabù.


“Sex work is work” è un saggio che, con un linguaggio semplice ed inclusivo, affronta il sex work percorrendo la sua storia, lasciando spazio ed intervistando sex worker, fornendoci più punti di vista e donandoci gli strumenti necessari per abbattere i nostri tabù sul lavoro sessuale.




Vorrei aprire un breve parentesi sul linguaggio. All’inizio del libro troviamo delle note ed una di queste ci dice: “In questo libro, invece del maschile plurale generalizzato, si è scelto di utilizzare l’asterisco, che permette di superare il binarismo di genere femminile/maschile”. Per me è la prima volta, è la prima volta che mi trovo a leggere un libro che utilizza l’asterisco per includere tutt* e come si voleva dimostrare, la lettura è stata scorrevole e molto piacevole nonostante sia un qualcosa di ancora non consolidato, questo mi ha invogliato ancora di più a leggerlo.


Prostituta, puttana, meretrice, lucciola, peripatetica, zoccola

“Sul finire degli anni ’70 nacque un nuovo termine che rivoluzionò sia linguisticamente che culturalmente i discorsi sulla prostituzione: sex work [..] L’introduzione del termine rappresenta un momento cruciale per la storia dei movimenti e determina una rivendicazione politica ben precisa: si tratta di sesso, ma soprattutto di lavoro.”


Il lavoro sessuale è lavoro.


Il libro di Giulia Zollino è un viaggio negli anni e nel tempo sul lavoro sessuale. Ci offre una visione sulle diverse teorie che sono state elaborate, per prima, dai movimenti femministi, sul rapporto tra il sex work ed il patriarcato, ci offre un punto di vista del cliente, del lavoro sessuale e della legge, di come viene narrato attraverso i media e manipolato, ci porta con sé e ci offre una narrazione che, fino ad oggi, nessun* ci aveva mai dato. Ci spiega che il lavoro sessuale non è solo la tipica rappresentazione stereotipata, ma ne elenca tanti e tanti altri.


“L* sex worker sono ovunque. Siamo l* tu* vicin*. Ti passiamo a fianco per strada. L* nostr* figl* vanno a scuola con l* tu*. Siamo dietro di te in fila alla cassa del self-service con del cibo per bambin* e una bottiglia di Pinot Grigio. Le persone che vendono sesso lavorano nel tuo bar [..], sono nella sala d’attesa del tuo medico, nel tuo luogo di culto.”

Giulia Zollino ci porta questo pezzo scritto da Juno Mac e Molly Smith in Revolting Prostitutes. Le sex worker sono ovunque e sono persone, proprio come te.



Per finire, oltre a darci altri consigli su cosa leggere, su cosa vedere e su chi seguire per saperne di più, elenca una serie di diritti, il diritto di essere chi siamo, primo fra tutti.


Giulia Zollino ci spalanca la porta del mondo del sex work e delle sex worker, ci accompagna e ci fa scoprire che c’è molto di più e che c’è ancora molto lavoro da fare per abbattere lo stigma.


Un libro che mi ha cambiato la vita, che mi ha stravolto e mi ha insegnato tanto.

Consiglio, oltre la lettura del libro ovviamente, di seguirla su Instagram dove, ogni giorno, svolge un lavoro incredibile, trattando non solo di questo, ma anche di tante, tante altre tematiche.


Sex work is work, ricordatelo.

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