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Netflix ha lanciato su YouTube Parliamone, un format originale che affronta tematiche diverse con degli ospiti d’eccezione. La prima puntata, uscita il 22 giugno, è incentrata sugli italiani di seconda generazione ed è presentata dall’attivista e scrittrice Sumaya Abdel Qader e tratta della rappresentazione sul piccolo schermo. Ad arricchire la discussione ci sono gli interventi di Momoka Banana, content creator, Haroun Fall, attore tra i protagonisti di Zero, Adrian Fartade, divulgatore scientifico, Coco Rebecca Edogamhe, protagonista di Summertime e Beatrice Bruschi, Skam Italia.
Il topic della rappresentazione si sviluppa a partire da una domanda di Sumaya sulla capacità degli ospiti da bambini di essere mai riusciti a riconoscersi sugli schermi. Le risposte sono concordi: la maggior parte degli di loro ha sempre dovuto guardare all’estero, se per Haroun è stata importante una figura come Denzel Washington, Coco Rebecca ha guardato molto a cantanti come Beyoncé e Rihanna. In Italia la rappresentazione è sempre stata assente e in quei casi in cui fosse possibile notare dei personaggi non bianchi essi erano sempre relegati a ruolo di macchietta o stereotipo.
Ad oggi per fortuna, le cose stanno cambiando: infatti, grazie a serie come le già citate Zero e Summertime, si ha la possibilità di raccontare nuove storie e dare voce a dei personaggi che non avevano mai avuto il loro spazio sullo schermo. A tal proposito, Sumaya chiede agli attori se hanno mai ricevuto dei messaggi dei fan che gli sono rimasti impressi. Alla domanda risponde anche Beatrice Bruschi che, nonostante non sia una ragazza musulmana, interpretando Sana in Skam Italia ha ricevuto molti commenti entusiasti di persone che riuscivano per la prima volta a poter dire “questo personaggio sono io”.
Nella realtà però, ancora c’è difficoltà nell’accettare la diversità nonostante siano molti decenni che l’Italia abbia acquisito lo status di nazione multiculturale: Adrian racconta che ai posti di blocco con i suoi amici lui è sempre l’unico ad essere fermato dai carabinieri, i quali gli chiedono spesso con molta indiscrezione cosa stia facendo nel nostro paese nonostante siano vent’anni che abita e lavora in Italia.
Una caratteristica di essere italiani di seconda generazione, raccontano gli ospiti, è quella di trovarsi a metà tra due culture e di vivere un grande conflitto per questo motivo: Momoka narra infatti di essere arrivata a vergognarsi di essere cinese per le prese in giro subite dai compagni di scuola, avendo poi imparato solo tardi invece a considerarlo come un arricchimento. Sumaya aggiunge che le persone come lei sono cresciute attraverso lo sguardo degli altri che porta a odiare le proprie radici ed è molto lunga la strada per imparare a farci pace.
Il nuovo format, di cui attendiamo le prossime puntate, è un’occasione interessante da parte del colosso dello streaming Netflix di sfruttare la piattaforma di YouTube per instaurare un dialogo su temi sociali importanti coinvolgendo le personalità più seguite di internet sensibilizzando un potenziale grande pubblico.
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