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Perché il Pride serve (anche nel 2021)

Qualche giorno fa, le dichiarazioni di due sedicenti comici nella prima serata televisiva hanno fatto – giustamente – discutere molti esponenti delle minoranze prese in causa, che hanno condannato l’uso di slur da parte di persone esterne alle comunità a cui queste parole vengono rivolte.

Ma, oltre a quel tema, i due personaggi, dall’alto del loro privilegio in quanto uomini etero cisgender, si sono chiesti a cosa serva il Pride nel 2021, manifestando tutta la loro ignoranza in materia. Perché, purtroppo, ancora oggi gran parte della gente non è abbastanza interessata a queste tematiche da informarsi e istruirsi riguardo alla storia dei movimenti lgbt+ e alle loro conquiste.


Non tutti infatti sanno che il Pride è nato per commemorare una rivolta, quella dei moti di Stonewall del ’69, lo scontro con le forze armate che vide protagoniste persone omosessuali e transgender per una delle prime volte nella storia, e che, negli Stati Uniti, portò alla formazione del Gay Liberation Front, rivelando dunque l’esistenza di una parte di società che fino ad allora era rimasta invisibile ed inascoltata.

Le prime marce ebbero luogo nel 1970 in alcune delle maggiori città americane e celebravano lo stesso spirito di ribellione e la stessa voglia di libertà che erano emersi allo Stonewall Inn: «Dobbiamo uscire allo scoperto e smettere di vergognarci […]. Questa marcia è un’affermazione e una dichiarazione del nostro nuovo orgoglio», spiegava al New York Times l’attivista Michael Brown, uno dei partecipanti alla parata del ’70.


Anche in Italia la prima marcia, quella a Pisa nel ’79 - sebbene non riconosciuta come Pride ufficiale - nacque come risposta ad un atto di violenza omofoba, in questo caso l’omicidio di Dario Taddei, per condannare le discriminazioni e dare voce alla comunità lgbt+.

Con il passare degli anni, sempre più persone hanno aderito alle varie manifestazioni, chiedendo il riconoscimento di pari diritti e mettendo luce su importanti problematiche come la pandemia di AIDS degli anni ’80. In anni più recenti, alcune tra le questioni principali che hanno spinto le persone a scendere in strada sono state la richiesta dell’approvazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso e i diritti delle persone transgender.


I Pride hanno quindi avuto da sempre la funzione di dare visibilità alla comunità, lottare contro le discriminazioni e portare all’attenzione del governo le questioni aperte per muoversi verso la parità, ma anche quella di festeggiare i traguardi raggiunti negli anni e celebrare con orgoglio la propria identità.


Queste necessità possono risultare poco comprensibili a chi non ha condiviso le esperienze che le persone queer affrontano quotidianamente, ma non comprendere qualcosa non è un motivo valido per sminuire le battaglie altrui, come hanno fatto i due comici con il loro discorso.

Perché, mentre loro vivono in una società creata su misura per loro, vedere qualcuno lottare per l’uguaglianza li infastidisce, ma per i motivi sbagliati. Invece di essere contenti di non aver bisogno di marciare per vedersi riconosciuti diritti basilari, si chiedono quale sia il senso di “ostentare” la diversità.

Cari Pio e Amedeo e chi la pensa come loro, i Pride sono necessari anche nel 2021 perché, anche nel 2021, l’omosessualità è illegale in almeno 70 Stati, e in alcuni di essi persino punibile con la pena di morte.



Perché, anche nel 2021, sono pochissime le nazioni nel mondo che vietano le terapie di conversione, a cui vengono sottoposti migliaia di giovani ogni anno.

Anche nel 2021 le aggressioni omofobe sono all’ordine del giorno e il numero di persone transgender che vengono continuamente uccise è allarmante, con l’Italia al primo posto in Europa per casi.

Anche nel 2021 in Italia non esistono leggi antidiscriminazione per orientamento sessuale/genere, non sono consentiti i matrimoni tra persone dello stesso sesso e per queste coppie non c’è accesso ad adozione o a pratiche di concepimento alternative.

Anche nel 2021 le persone della comunità lgbt+ sono ancora lontane dall’ottenere gli stessi diritti che le persone eterosessuali hanno sempre avuto senza sforzi, ed è per questo che marciamo ai Pride. Anche nel 2021, e finché sarà necessario.

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