La prima volta che ho assistito ad una ball è stato a Milano, in Santeria Toscana 31, organizzata da LaBFujiko (madre della house of Ninja italiana). Quel giorno lavoravo come addetta ai lavori e non avevo ancora idea del meraviglioso mondo che avrei scoperto in quella giornata. E' stato indimenticabile, un amore a prima vista, uno dei motivi per cui ho iniziato a mettermi in Drag e iniziare lezioni di vogue femme.
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Per chi è nuovo in questo ambito, non sa di cosa sto parlando e pensa che il vogueing l'abbia inventato Madonna, cercherò di introdurvi in un mondo di inclusività, leggerezza, diritti, colori, libertà e bellezza. Una famiglia internazionale in cui tutti sono ben accetti.
Tecnicamente la Ballroom Culture è un insieme di persone raggruppate in house (famiglie) che si sfidano partecipando a ball (competizioni) suddivise in svariate categorie, che aumentano ogni anno.
Nasce a New York ad Harlem alla fine degli anni Sessanta. In quel periodo lo scontro razziale è al picco e cominciano a vedersi le prime avvisaglie della crisi che metterà in ginocchio la città negli anni successivi; essere neri, omosessuali, drag o transgender voleva dire avere una vita per niente facile. Erano l'unico posto sicuro, dove nessuno viene giudicato per il colore della pelle o per l'orientamento sessuale.
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Si parla di queer ball già dal 1869, ma la prima ball ufficiale risale al 1964.
Il pubblico è ancora bianco e le regine nere, oltre che a uscire di casa alle 3 del mattino per evitare le imboscate della polizia, continuano a sbiancarsi il volto rispettando i canoni di bellezza imposti dalle copertine di Vogue. Ma, finally arriva anche il momento delle black ball, istituite come atto di coraggio e di orgoglio tanto omosessuale quanto razziale. Era uno dei periodi storici fondamentali per la comunità lgbtqia+, era Stonewall; in quegli anni l'abito doveva essere conforme al sesso e due persone omosessuali non potevano neanche ballare insieme. Giusto per farvi capire.
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In quell’universo, libero e irriverente, nasce il Voguing: uno stile di danza contemporanea che imita con gesti angolari e fluidi le pose plastiche dei modelli che appaiono nelle sfilate. A portare il vogueing all’attenzione del mondo è Louise Veronica Ciccone aka Madonna : il 27 marzo 1990 lancia il videoclip leggendario 'Vogue' e da quel giorno la Ball Culture fa il suo debutto mondiale su MTV. Bisogna ricordarsi però, che le ball e le mosse di Vogue, esistevano già prima che lei li rendesse mainstream.
La prima “Casa” che nasce è la House of LaBeija, a seguire molte altre: House of Extravaganza, House of Ninja (my fav House), House of Pendavis e House of Dupree. Quest’ultima, fondata da Paris Dupree, ispira il nome del film documentario "Paris is Burning".
E proprio su questo voglio soffermarmi. Esistono svariati documentari, serie tv, film che raccontano a pieno cosa volesse dire vivere in una società non inclusiva, dove le ball non erano famose e chi partecipava, veniva visto come "emarginato sociale".
Sono qui apposta per lasciarvi alcuni titoli che potranno aiutarvi ad addentrarvi in una storia piena di dolore e sofferenza, ma anche di riscatto, forza e libertà.
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Inizierei proprio con "Paris is Burning" (1990), il documentario cult che DOVETE assolutamente vedere (lo trovate anche su Netflix).
A me, ha aperto un mondo meraviglioso che non conoscevo e mi ci ha fatto appassionare completamente. La regista Jennie Livingston, bianca, texana naturalizzata californiana, era appena diplomata quando ha deciso, a metà anni ottanta, di documentare i drag ball di New York. A colpirci, in ogni momento del film, è l’urgenza di questi travestimenti, il significato profondo, identitario e di liberazione, che ha ogni gesto, ogni battuta, ogni canzone. Nessuno aveva mai visto esseri così splendidi ballare in quel modo. Esseri senza sesso e senza peso che volteggiavano e ti guardavano dall’alto in basso da un mondo di glamour e bellezza irraggiungibile. Partecipare con le proprie house gli permetteva la magia più impossibile: esistere.
"In a ballroom you can be anything you want"
La cultura dei drag ball è ormai parte del mainstream (americano); il gergo che si sente (shade, pose, realness, butch queen, reading, the library is open) lo ritroviamo anche, per esempio, nel reality show RuPaul’s drag race; altra chicca che vi consiglio di guardare perchè trovate le migliori Drag Queen del mondo. Io ne sono ossessionata.
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Nel 2018 finalmente hanno capito che c'era la necessità anche di una serie tv dedicata alle ball e Ryan Murphy (regista di American Horror Story) ci ha accontentat*!
"Pose" celebra la stessa cultura di Paris is Burning, ma sono degli attori a farci vivere quella realtà. Attor* che finalmente interpretano ruoli che si addicono alla loro identità. Finalmente vediamo le persone trans rappresentate nel migliore dei modi. La sua visione è necessaria e universale proprio per il suo tentativo francamente rivoluzionario di inclusione e rappresentazione. Troviamo la meravigliosa Indya Moore, Mj Rodriguez e l'iconica mother Dominique Jackson. La trinità che vorrei insomma.
Oltre al fenomeno di costume e spettacolo, a essere interessante è la rete sociale creata attorno a questa tendenza, e da cui partono le storie raccontate nella serie. Spesso cacciati di casa e costretti alla strada, trovavano rifugio presso le House, dandogli un tetto condiviso con molti altri, ma anche creando una microcomunità e una rete di supporto, anche se a volte, competitiva. Pose incarna al massimo, lo spirito tragico e ruggente degli anni Ottanta. Identità, emarginazione, discriminazione, ma anche bisogno di comunità e ostinazione nella lotta per i propri diritti.
Hanno anche annunciato da pochissimo che l'ultima stagione arriverà il 2 maggio di quest anno, portatevi avanti! Non vedo l'ora!
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Legendary invece è un reality prodotto da HBO Max, composto da competizioni tecniche tra Houses, che celebra a livelli davvero alti la ballroom culture, una sottocultura queer cronicamente sottovalutata. Si tuffa a capofitto nell'azione, trallasciando la presentazione di ogni singolo ballerino, aprendosi direttamente al primo spettacolo con una folla dal vivo urlante. Presenta otto Houses alcune davvero leggendarie, altre meno; dalle case che troverete anche in Paris is Burning, House of Ninja e House of St. Laurent, alle più nuove come Escada, Gucci, Ebony, Balmain e Lanvin. Loro sono i protagonisti del reality, sono dei professionisti spettacolari che vi lasceranno a bocca aperta, non solo per la tecnica, ma anche per la scenografia e i costumi. E' uno spettacolo che non da grandi spiegazioni, se lo guardi è perchè quella cultura già la conosci e la ami. Presenta Mc Dashaun Wesley, mentre i giudici sono Law Roach, Leoimy Maldonado, Megan Thee Stallion e Jameela Jamil; i primi due sono sicuramente i veri esperti della competizione.
Se volete vedere un pò di professionisti del Vogueing all'opera, allora vi consiglio caldamente di guardarlo! Anche perchè dovrebbe uscire a breve la seconda stagione!!
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Spero intanto che, anche minimamente, questo mondo sfavillante lo conosceste già, ma spero soprattutto di avervi fatto scoprire qualcosa in più.
Dobbiamo essere davvero riconoscenti e alleati alla comunità Lgbtqia+, non ci rendiamo conto di come e quanto hanno influenzato (in positivo) la società e la nostra vita.
Sarò per sempre grata al movimento della ballroom culture per avermi dato la forza di non vergognarmi più, di chi voglio essere.
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