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KUBE

Questione di equilibrio: via uno, via due


Come già accennato la scorsa volta, sono tornata ad essere single. In questo momento ho la sensazione di essere un rarissimo pesce fresco dell’oceano messo sul banco del mercato. Proprio perché appena pescato, innumerevoli clienti vorrebbero acquistarlo e cucinarlo a puntino. E’ così che mi sento ogni volta che qualcuno mi scrive, mi chiede di uscire e di conoscerci meglio. Sinceramente mi manca il respiro. Ho ansia. A volte vorrei urlare: “Mollatemi tutti!”, ma per educazione non mi permetto di farlo. Quindi, evito di rispondere o invento delle scuse. Si tratta di motivazioni che palesemente sono fittizie, ma che risultano dette inutilmente. Non mi sento pronta per tutto questo e non voglio essere pronta per tutto questo. L’unico aspetto che potrei accettare è quello di un confronto senza l’interesse dall’altra parte di portarmi soltanto a letto. Essendo appena uscita da una relazione che mi ha particolarmente segnata, ora come ora il mio desiderio principale è quello di pormi maggiori obiettivi e cercare a tutti i costi di raggiungerli.

Ciò serve per rafforzare e migliorare ancora di più il mio Io. Non ho bisogno di un partner per fare questo. Io stessa col tempo ho imparato ad essere una guru di me stessa. Di certo poi non ho nemmeno bisogno di una persona qualunque, che mi faccia intendere che la sua voglia di portarmi a letto va oltre una semplice conoscenza per fare una chiacchierata. Anzi avere la notte di sfrenato sesso diventa quasi un’ossessione e forse non è chiaro che se è NO categorico, rimane un NO categorico. Se mi si chiede di uscire e non rispondo vuol dire che non ho voglia di uscire. Ora come ora ho delle priorità e quella di avere un qualcuno al mio fianco sicuramente non rientra tra queste. Non riesco a comprendere perché si dia per scontato che una donna abbia bisogno di un uomo al proprio fianco. Una donna può essere di successo senza un uomo accanto. Certo, i complimenti e le attenzioni fanno sempre piacere. Aiutano alla propria autostima. Il ché non è di certo da sottovalutare. Sarebbe alquanto stupido da parte mia negare di odiare i complimenti. Purtroppo, quando questi sfociano nello squallore dell’immensa pateticità, la retromarcia è inevitabile. Così come lo è l’automatico passaggio dal “Quanto sei bella e interessante.” al “Come sei acida. Smettila di menartela così tanto. Non è una questione di snobbare come viene spesso e volentieri intesa. E’ questione di non volere sentirsi pressata. Pertanto, ho concluso che ci sono tre momenti nella vita di ogni docile fanciulla: quello in cui è sentimentalmente impegnata, ma viene comunque cercata dagli altri; quello in cui si è appena “liberata” dall’impegno e considerata quindi di nuovo “sul mercato” e infine quello, in cui è single da diverso tempo, ma non le scrive mai nessuno. Ma l’equilibrio? Che cavolo di fine ha fatto?

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