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Reso gratuito? Chi lo paga davvero siamo noi!


Le vetrine si addobbano di vetrofanie per richiamare i passanti, i siti online si riempiono di banner e push con le miglior offerte, e brand ed aziende lottano fino all’ultima newsletter per accaparrarsi il click dei loro iscritti. Siamo nel pieno dei SALDI!


Che siate compratrici compulsive o attente risparmiatrici, i dati parlano chiaro: in Italia, secondo la Confcommercio, i saldi portano un giro d’affari che si aggira sui 4,2 miliardi di euro (in media 119 euro a persona). Ma se ci dite che in questo nuovo anno non siete ancora entrat* in uno shop, ci crediamo!


Con il nuovo picco di contagi, è tristemente tornata l’ombra del rischio e del pericolo nei grandi negozi sempre affollati nelle boutique dalla poco capienza. Anche quest’anno le spese si spostano quasi esclusivamente online!


Certo, acquistare comodamente dal proprio divano è un gran comfort. Nessun rischio, nessuna fila ai camerini o alla cassa, nessuna lunga passeggiata con le pesanti buste.

L’online è veloce e da qualsiasi parte del mondo arriva direttamente a casa tua. E se la taglia è sbagliata? Facile, si rispedisce al mittente!

La politica di reso di brand ed aziende è infatti uno dei principali fattori che influenzano i nostri acquisti. Secondo il The Journal of Marketing, le aziende che offrono resi gratis aumentano le proprie vendite del 457%.


Ma la domanda sorge spontanea, se per noi rimandare un capo indietro è gratuito, cosa costa in termini di sostenibilità? E che fine fanno quei capi che rimandiamo indietro?

Partiamo col rispondere alla prima domanda.

Come pubblica il New York Times, il trasporto si aggiudica il primo posto tra le principali fonti di gas serra nell’atmosfera: nel 2021 i nostri acquisti online sono costati circa 15 milioni di CO2 solo di trasporto, non parliamo di imballaggi. Ma oltre questo, la gravità è nel tragico destino che aspetta i nostri resi.

Si è soliti pensare che gli abiti restituiti al mittente vengano reinseriti nell’e-commerce di turno, ma la verità è che questo accade molto raramente. Tralasciando piccole aziende che non avendo vendite esponenziali riescono a rimmettere il prodotto a prezzo pieno nel loro catalogo, le grandi aziende che ricevono centinai di ordini al giorno hanno molta più difficoltà a gestire i resi.



Se generalmente un ordine viene recapitato in 4-5 giorni lavorativi, il reso può durare fino a 10 volte di più: in casi extra continentali il reso può essere riconsegnato addirittura in 2-3 mesi, questo a causa delle politiche di risparmio necessarie per le aziende offrendo il servizio reso gratuito. Se il reso torna al mittente troppo tardi per reinserirlo nella collezione si palesano due possibilità: rivenderlo in periodi di saldi a un prezzo ribassato o buttarlo. Anche se vi sembrerà strano, la maggior parte delle volte è la seconda possibilità a vincere. Il costo di controllo, elaborazione e re-stockaggio nel sito non raggiunge il profitto nella vendita a prezzo ribassato, dunque il pezzo viene cestinato.

A causa di questo gap tonnellate di abiti finiscono nelle discariche senza nemmeno essere stati mai indossati!


Ma attenzione, perché questo accade non solo se un pacco torna al mittente troppo tardi. Molti grandi brand, soprattutto quelli per cui il prezzo primario di produzione del capo è molto molto basso (sì, parliamo di fast fashion) decidono di cestinare i resi di default, essendo anche solo il processo di ispezione del capo troppo costoso rispetto al capo stesso.


Milioni di tonnellate di vestiti riempiono le discariche di Africa e Sud America, creando gravissimi dati all’ambiente e alla popolazione circostante.


Cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo?


  • Prima di acquistare un capo controlliamo la guida alle taglie del brand, un piccolissimo gesto che non ci porterà rimandare il capo indietro.

  • Normalizzare i regali riciclati. Se acquistiamo qualcosa che non ci sta bene, regaliamolo! Qualcuno tra i nostri contatti sarà felice di ricevere un regalo inaspettato.

  • Click consciousness. Siamo davvero convinti di ciò che stiamo per acquistare? ci serve per davvero? Una domanda che dovremmo porci in ogni nostro acquisto.

Buoni saldi, con pochi resi, a tutt*!

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