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The half of it, la nuova e imperdibile commedia romantica LGBTQ+ di Netflix



Ellie è una giovane liceale che vive nella piccola cittadina di Squahamish insieme al padre. La ragazza, studentessa modello, guadagna qualche spicciolo facendo i compiti per i suoi compagni di scuola ed ha una cotta per quella che è considerata la ragazza più bella del liceo, Aster. Quando il calciatore imbranato Paul le chiede aiuto per conquistare Aster, Ellie inizierà con quest’ultima una corrispondenza sotto mentite spoglie, scoprendo di avere con l’amata tante cose in comune: questa è la trama di The half of it, la nuova commedia romantica LGBTQ+ approdata su Netflix il 1 maggio, distribuita sulla versione italiana della piattaforma italiana con il nome di L’altra metà.

Scritto e diretto da Alice Wu, il film ha ricevuto il premio più ambito al Tribeca film festival, dove avrebbe dovuto debuttare, cioè il Founders Award for Best Narrative Feature. A causa della sospensione delle uscite cinematografiche per il Covid-19, il film è stato poi successivamente distribuito sulla piattaforma di streaming americana più famosa.



Alice Wu è una delle registe più amate del cinema LGBTQ+ contemporaneo. Nata in California da genitori taiwanesi, si laurea in Informatica a Stanford e ha inizia ben presto a lavorare come programmatrice per Microsoft. Nel frattempo, comincia a scrivere un romanzo e prende lezioni di sceneggiatura, dalle quali nascerà nel 2004 il suo lungometraggio di debutto che l’ha resa famosa in tutto il mondo: Saving Face che narra la storia d’amore tra Wilhelmina, un chirurgo, e Vivian, una ballerina. Candidato ad alcuni dei premi più prestigiosi del cinema indipendente, Saving face ha vinto -tra gli altri- il Visionary Award al San Diego Asian Film Festival e l’Audience Award per Best Narrative al San Francisco International Asian American Film Festival nel 2005.


Ciò che lega Saving Face e The half of it sono le stesse caratteristiche autoriali di Wu, innanzitutto quella di portare direttamente in scena la sua esperienza di donna lesbica americana figlia di immigrati: in entrambi i film troviamo protagoniste con queste stesse caratteristiche, mutuate chiaramente dalle esperienze di vita della regista. Non è un caso infatti che in più interviste Alice Wu abbia rimarcato quanto la sua condizione di donna lesbica in una famiglia cino-americana sia stata di ispirazione in particolare per Saving Face, soprattutto nel rapporto tra la madre e la protagonista, specchio della sua stessa esperienza. Per The half of it, Wu ha dichiarato invece di essersi ispirata alla rottura di un’amicizia, affermando che dopo il suo coming out la prima persona a spezzargli il cuore è stata proprio un ragazzo, il suo migliore amico, dal quale si è dovuta allontanare per la gelosia della sua fidanzata.

Un’altra caratteristica dei film di Wu è l’eccellente caratterizzazione dei personaggi, soprattutto femminili: le protagoniste dei film di Alice Wu sono sempre donne molto indipendenti e coraggiose, intelligenti e caparbie, sicuramente non convenzionali. Ellie, la protagonista di The half of it, non è per nulla un personaggio definito dalla sua sessualità, in quanto è una giovane in gamba e studiosa, con tutte le possibilità di avere un futuro universitario brillante e una carriera di successo come scrittrice. Ama il cinema come suo padre, è molto furba e sveglia e un po’ come Cyrano De Bergerac prende sotto la sua ala protettrice Paul impegnandosi ad aiutarlo nella sua impresa, anche se questa va contro i suoi interessi. Anche Aster, il suo interesse amoroso, non è definibile esclusivamente dalla sua etichetta di “bella della scuola”, in quanto è una ragazza molto dolce e sensibile, amante della letteratura e con un grande talento artistico. Lo stesso personaggio di Paul, l’amico di Ellie suo “rivale in amore”, possiede una mascolinità poco stereotipata: nonostante sia uno sportivo, egli è un ragazzo impacciato ma molto gentile e rispettoso che sogna di continuare a lavorare per la macelleria di famiglia ed è ossessionato dal voler creare una nuova ricetta originale per le loro salsicce.


Nonostante sia totalmente ascrivibile al genere della commedia romantica teen in stile Netflix, leggera, con i vari “caratteri” prestabiliti piuttosto riconoscibili (la secchiona, lo sportivo, la reginetta di bellezza), curata nella fotografia e con un target prettamente adolescenziale, il film riesce ad emergere tra tanti titoli, innanzitutto perché non fornisce una visione stereotipata dell'adolescenza e poi perché è uno dei pochi esempi di rappresentazione d’amore saffico dell’intero catalogo della piattaforma in un film rivolto ad un pubblico così giovane. “This is not a love story” ci avvisa Ellie all’inizio del film, infatti The half of it è molto più di questo: la stessa regista ha dichiarato di voler scrivere un film su due ragazze e un ragazzo eterosessuale alla scoperta del sentimento dell’amore. L’ingenuità e la tenerezza dell’innamoramento adolescenziale vengono qui infatti rappresentati alla perfezione. Il film però va oltre, raccontando una storia di amicizia, crescita e di maturazione, dando un ritratto quanto mai veritiero dell’età giovanile scavando nel cuore dei personaggi nei quali è facile riconoscersi.


La collaborazione tra Netflix e Alice Wu risulta quindi un’accoppiata vincente, risultando in un film che pur rispettando il genere d’appartenenza se ne distacca in modo originale, figurando già come uno dei film LGBTQ+ più teneri e importanti dell’anno.



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