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KUBE

Tiktok mi ha ricordato quanto sono gay


Ho 22 anni e, dopo aver passato mesi a comportarmi da boomer dicendo che tiktok fosse un social troppo stupido e che fossi ormai troppo vecchia per usarlo, a maggio mi sono decisa a scaricarlo per dargli una possibilità.


Spoiler: ne sono completamente dipendente.







Nel caso in cui non lo abbiate scaricato o non sappiate come funzioni, ve lo spiego io in modo molto semplicistico. Tiktok ha due home page: la pagina dove si vedono i video pubblicati da coloro che segui (che non guardi quasi mai), e quella più importante, la “for you page” o “per te”: si tratta dell’equivalente della pagina “esplora” di Instagram, solo che ci stai incollato per ore. La novità sta nel fatto che quando si apre l’app si è automaticamente su questa sezione, dove i contenuti mostrati sono proposti da un algoritmo che studia meticolosamente le nostre azioni e che ci farà vedere contenuti che quasi sicuramente ci piaceranno, in cui ci riconosciamo e che ci terranno incollati allo schermo.


Nessuno sa esattamente come funzioni l’algoritmo, ma una cosa è certa: ci azzecca perfettamente, più dei test di cioè e dell’oroscopo. Oltre ai balletti tanto famosi, ci sono una marea di contenuti molto più divertenti e interessanti, e si dice che ci siano delle vere e proprie “parti” di tiktok, ossia delle nicchie di interesse, che vanno a descrivere un po’ la nostra personalità.


Nel mio caso, dopo pochissimo tempo tiktok ha individuato le mie preferenze: e mi sono ritrovata a consumare prevalentemente video in cui si parla di magia, astrologia, tematiche sociali, malattie mentali, ecologia, fast fashion, alimentazione vegana ma soprattutto mi ha catapultata nel “lesbian tiktok” e nel “bi- tiktok”. Ora sta a voi dedurre che tipo di persona io possa essere.


Oltre ai video comici o informativi che non mi sono stupita di “ricevere”, la cosa che invece mi ha colpito - e che mi ha fatto riflettere ormai per mesi - è stato come un algoritmo abbia individuato la mia sessualità così rapidamente e non si sa secondo quale criterio.

Non sono qui per speculare sulla magia dell’algoritmo di tiktok, ma per dire un po’ cosa è successo da quando ho scaricato l’app a oggi.


Prima però torniamo un attimo nel 2012: dopo aver preso una cotta per una mia amica capisco che mi piacciono le ragazze e nel 2013 faccio coming out in quanto bisessuale. L’ho preso alla leggera, convinta di non aver nessun problema nell’essere così, e ho iniziato a parlarne con tranquillità senza stare a rifletterci troppo: sicuramente mi piacciono i ragazzi, mi piacciono anche le ragazze, quindi sono bisessuale, avviso le persone che ho accanto e stop. Da allora ho avuto prevalentemente ragazzi, con qualche storia ed esperienza con le ragazze, convinta di essere quello che sono senza pormi troppe domande ma sentendo una grande lacuna nella mia vita: un confronto tangibile con una realtà in cui riconoscermi.


Vengo da un paese della provincia italiana, l’80% delle persone che ho conosciuto sono eterosessuali, i media che consumo mi propongono un mondo eteronormativo e non mi è capitato molte volte di sentirmi dire “aaah ti capisco questa cosa è successa anche a me”. Non vivo nel medioevo, non ho quasi mai fatto esperienza di odio ma allo stesso tempo ho sempre provato una sensazione di mancata inclusività che spesso mi ha portato a chiudermi nella comfort zone e a limitarmi all’offerta maschile.


Quando però mesi fa ho aperto tiktok e ho iniziato a vedere tutta una serie di video, comici e non solo, di ragazze che parlavano delle loro relazioni, della loro omosessualità e delle loro esperienze mi sono sentita connessa finalmente a un mondo di cui faccio parte e a cui non ho avuto accesso finora. Sapere che ci sono milioni di persone che si sentono esattamente come te e che hanno passato le stesse cose e che hanno vissuto gli stessi problemi ti fa sentire meglio con te stesso, finalmente “normale” a modo tuo e meno appesantito, meno inadeguato e, per una volta, capito. Ho sempre pensato di non essere una persona omofoba o bifoba, di avere la mentalità aperta e di aver accettato la mia sessualità, per poi ritrovarmi a 22 anni a mettere in discussione tutto ciò.



Con tutti questi video innanzitutto mi sono ricordata di quanto io possa essere gay, di come io adori le donne e di come alcuni episodi che ho vissuto in passato con imbarazzo siano così comuni per tutte le wlw (woman loving woman).


Dopo poco però ho iniziato ad avere un enorme dubbio: certa che mi piacciano le ragazze, sono davvero attratta dai maschi???

Ho avuto le mie esperienze, sono bravissima a flirtare con loro, adoro Robert Pattinson, ma davvero voglio loro? Cerco un uomo o le sue attenzioni? Sarà per questo che per quanto io esca con loro io continui a non trovarmi per niente a mio agio con il mondo maschile? O sto solo esagerando e avendo atteggiamenti bifobici nei miei confronti?

Tiktok una volta accertatosi che mi piacessero le ragazze, ha iniziato a propormi contenuti non più per bisessuali, ma per lesbiche, ex bisessuali o comunque di ragazze che avevano capito di non essere attratte dai maschi. Il primo profilo che ho spulciato rigorosamente è quello di Liliana. Lei è stata la prima di tante ragazze che mi sono trovata nella for you page che parlavano di “comphet” (Compulsory heterosexuality, “eterosessualità obbligatoria”). Si tratta dell’idea secondo la quale la nostra società ci impone un modello eteronormativo che non ci permette con facilità di capire la nostra sessualità nel caso in cui non sia standard; nulla di nuovo. Trovando poi questo file. però, ho scoperto che si sostiene inoltre che per le ragazze sia doppiamente difficile accettare la propria omosessualità: la società non solo è eteronormativa ma anche patriarcale e spinge quindi le ragazze a cercare anche di piacere ai maschi. Semplificando al massimo questa teoria, una ragazza omosessuale per accettarsi si deve distaccare dal “dover essere etero” e dal “dover piacere agli uomini”. Sempre secondo questo file chiamato “the lesbian masterdoc” ci sarebbero vari segnali che possono aiutare a riconoscere nei propri comportamenti il frutto di quest’ imposizione sociale, per cui, un po’ come un test delle personalità, se ti ci rivedi molto forse sei vittima di compulsory heterosexuality e probabilmente lesbica.

Dopo tutti questi video e questo file che pare essere rivelatore per molte, devo ammettere di non averci capito più niente per un po’, e dopo mesi sono ancora qui a chiedermi se io sia effettivamente una lesbica vittima di comphet o una bisessuale bifoba.

A me è sempre piaciuto definire le cose, trovare le parole giuste, e mettere etichette, ma a volte queste non bastano o non servono. La sessualità può essere fluida, può cambiare, evolversi, ci vuole tempo per conoscersi e per capire cosa ci piace, chi, come e perchè. Mi ci vorrà forse più tempo per fare chiarezza oppure vivrò per sempre in un limbo ma oltre a una serie di canzoncine conficcate nel cervello tiktok mi ha insegnato che ci sono una miriade di possibilità e di situazioni e che ognuno di noi va bene per com’è, anche quando è confuso e non sa dove sbattere la testa.

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