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Verso un mondo dell’arte più aperto giovane ed inclusivo

Una nuova galleria si sta facendo strada sul panorama artistico milanese, portando con sé un’aria di freschezza, novità ed apertura. Si chiama ArtNoble e a fondarla è stato Matthew Noble, 27enne nato e cresciuto a Milano da genitori anglo-scozzesi, tornato da poco in Italia dall’Inghilterra.

Matthew Noble nella galleria

Dopo essersi laureato in chimica farmaceutica all’università di Glasgow, Matthew si è lanciato nel commercio dei cavalli, sua grande passione. In seguito, è andato a lavorare in una start up londinese che realizzava progetti sulle energie rinnovabili, soprattutto in Africa.

Come tante persone, ha sempre trovato nell’arte un modo per evadere. Dipingere lo ha aiutato a superare momenti difficili, per questo ha iniziato a frequentare artisti, galleristi e a rimanere sempre più affascinato dal mondo dell'arte. Finché nel 2018 ha deciso di lasciare il suo lavoro per curare mostre temporanee a Londra e nei dintorni.

Dopo otto anni nel Regno Unito, inizia però a sentire il desiderio di tornare in Italia. Affianca prima un amico nell’apertura di una galleria a Brescia continuando contemporaneamente ad organizzare mostre temporanee questa volta in Italia.


Poi, nel 2019, visita uno spazio a Milano in zona Lambrate che diventerà la sede permanente di ArtNoble. “Come sono entrato, mi sono innamorato dello spazio perché mi evocava un certo vibe Londinese, con i suoi open space e look industriale. Mi è sembrato uno spazio ideale, con un’identità forte.”


ArtNoble Gallery, Trois auteurs d'Histoire, Installation view Pamela Tulizo and Georges Senga. Photo credit Luca Corgnali, courtesy ArtNoble gallery

La galleria viene inaugurata ad aprile 2021 con la mostra collettiva Zeitgeber (donatore di tempo), un dialogo tra le opere di sette artisti italiani ed internazionali: Giovanni Chiamenti, Simon Nicasz-Dean, Katherine Jones, Michele Guido, Giulia Mangoni, Edoardo Manzoni e Silvia Mariotti attorno al tema dell’ambiente.


Matthew è affiancato da altri talentosi giovani professionisti di stampo internazionale come Caterina Monda, PR & Communication Consultant di origini italo-giamaicane, nata a Roma, cresciuta a New York e trasferitasi recentemente a Milano dove si è messa in proprio. “Vuole concentrare tutte le sue forze sul cercare di aiutare i giovani creativi e per questo ci siamo trovati,” spiega il gallerista.


La galleria vuole essere uno spazio invitante, coinvolgente, un punto di incontro, di scambio, dove tutti possono sentirsi benvenuti, a loro agio, “come se fossero ospiti a casa mia.” Un concetto non molto diffuso in Italia e nel mondo dell’arte in generale, che risulta spesso chiuso e talvolta ostile nei confronti dei nuovi arrivati, soprattutto se giovani o stranieri (o considerati tali).


ArtNoble Gallery,Trois auteurs d'Histoire, Nelson Makengo, istallazione Up at Night (2019), detail. Photo credit Luca Corgnali, courtesy ArtNoble gallery

“Da piccolo mi ero fatto l’idea che l’Italia non fosse un paese molto aperto ai giovani, invece aprendo la galleria mi sono reso conto che c’è voglia di aiutare chi si mette in gioco". Secondo Matthew le cose stanno cambiando, c’è voglia di novità, di esporsi a realtà diverse e confrontarsi.


Lo ha dimostrato anche l’entusiasmo con il quale è stata accolta l’ultima mostra, "Trois auteurs d’Histoire: Nelson Makengo, Georges Senga, Pamela Tulizo," inaugurata lo scorso 14 settembre. Realizzata in collaborazione con l’associazione culturale congolese Picha, la mostra espone il lavoro di tre artisti congolesi, che, nonostante la loro giovane età hanno già ricevuto diversi riconoscimenti all’estero.

L'artista Pamela Tulizo con le sue opere

Anche a seguito dell'uccisione dell’Ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio – il quale era molto coinvolto nella promozione della scena artistica congolese – si è avvertita la necessità di parlare di più del Congo in Italia, e di farlo in maniera positiva, sfaccettata, e soprattutto dal punto di vista di chi ci vive, ci è nato e lo conosce davvero.


I tre artisti sono accomunati dall’uso della fotografia ma le loro opere sono molto diverse dal punto di vista stilistico e nella scelta dei soggetti.


Georges Senga, originario di Lubumbashi, capitale mineraria del paese, da secoli sfruttata da attori esterni, rappresenta attraverso un potente ma lirico trittico fotografico la storia dello sfruttamento del territorio e gli effetti che continua ad avere.

Georges Senga, Le vide, 2019

La serie “Enfer Paradisiaque” (inferno paradisiaco) realizzata da Pamela Tulizo, nata a Bukavu e residente a Goma, utilizza il lessico della fotografia di moda per riflettere sul paradosso di vivere in un paese che ha così tanta ricchezza e tanta bellezza ma dove queste cose vengono negate alla popolazione locale, la quale spesso fatica a procurarsi beni di prima necessità.

Pamela Tulizo, Enfer Paradisiaque, 2021

Alle sue fotografie, Nelson Makengo affianca il video “Up at Night” con il quale immerge il visitatore nella vita notturna della città di Kinshasa, realtà piena di vita ma alla quale viene effettivamente “rubata” l’elettricità, l’energia, sia in senso letterale che simbolico.


Dai tre artisti emerge però una narrazione chiara del loro paese. In particolare, l’idea del contrasto: tra abbondanza e scarsità, bellezza e povertà, luce e buio.

Attraverso questa selezione di opere, tutte diverse ma ugualmente potenti, la mostra introduce i visitatori alle complessità di un paese poco conosciuto, toccando sia il livello intellettuale sia quello estetico ed emotivo. “È una mostra molto diversa dalla prima che abbiamo fatto ma è questo il bello, vogliamo sempre colpire le persone.”

ArtNoble Gallery, Trois auteurs d'Histoire, Nelson Makengo, installation view Up at Night (2019). Photo credit Luca Corgnali, courtesy ArtNoble gallery

Matthew ci anticipa che sono in fase di realizzazione diversi progetti, tra cui dialoghi tra artisti di diverse nazionalità, personali di artisti emergenti e collaborazioni internazionali. “Vogliamo senz’altro crescere ed io sono abituato a voler vedere i risultati subito, ma voglio provare ad andare avanti un passo alla volta, crescere in maniera organica, naturale, senza entrare in combustione.”


Buona fortuna, quindi. Aspettiamo di assistere alla crescita di questa nuova realtà e della comunità che si sta formando intorno ad essa.

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