E' uscita da meno di un mese ed ha già infranto quasi ogni primato! Non è solo la canzone che ha totalizzato più streaming di sempre nella prima settimana dall'uscita (esattamente 93 milioni), è anche, la prima collaborazione tra rapper donne a debuttare in testa alla classifica americana.
Alla produzione troviamo il duo Aye & Keyz (K. Michelle e Jaden Smith) che, per l’occasione, hanno campionato 'There’s Some Wh*res In This House' di Frank Ski.
'Wet Ass Pussy' è sfacciata, controversa ed è stata protagonista persino in un dibattito politico americano. Insomma, un singolo che non ne manda a dire a nessuno.
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Come mai ha destato tanto scalpore?
I motivi sono più d’uno, e non così scontati. Il primo è semplicemente musicale: pare abbastanza evidente, che WAP sia artisticamente "figlia" di 'Anaconda' di Nicki Minaj (e sappiamo che non sono proprio migliori amiche). Là dove Nicki cercava di lasciare spazio all’immaginazione dell’ascoltatore, Cardi B e Megan Thee Stallion rivendicano senza mezzi termini il loro diritto a far godere, e soprattutto a godere. Dato l'immaginario patriarcale per cui solo un uomo puo' parlare di certi argomenti.
Allora ho pensato: avete mai provato, a ribaltare il ruolo del rapper che fa (spesso) il gangster nei videoclip, quelli attorniati da donne pressochè perfette che si vantano di quanti soldi hanno?! Ecco, credo che le due rapper abbiano cercato di farci capire proprio questo, come cambia l'opinione delle persone, quando a comportarsi in questo modo sono due donne (per di più madri).
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Infatti, il secondo motivo dell’attenzione globale è stato il video; il problema delle immagini kitsch come le varie inquadrature delle due rapper, definite dalla critica "soft porn lesbo". Immagini perfette, a mio avviso, per completare una canzone decisamente sfacciata e di rottura verso il mondo repubblicano e conservatore. Lo stesso mondo che le ha definite pericolose sovversive ed estremiste femministe. James P. Bradley, candidato repubblicano al Congresso, ha affermato che il brano gli fa venire voglia di «versarsi acqua santa nelle orecchie». Be' nessuno glielo impedisce. Fortunatamente non tutti i politici sono uguali, la giovane superstar del partito democratico, Alexandria Ocasio-Cortez, che di recente è stata invitata da Cardi B a candidarsi alla presidenza, le ha risposto simpaticamente twittando “WAP (Woman Against Patriarchy)!”, trasformando così l’acronimo del titolo in uno slogan femminista.
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Il videoclip ha fatto parlare di sé anche per questioni legate alle rivendicazioni di rappresentazione dello star system afroamericano. Appaiono svariate comparse eccellenti, tra cui rapper e cantanti donne come Normani, Mulatto e Rubi Rose (creatrice della Slut Walk, movimento contro lo Slut Shaming). Quella che però ha in assoluto più spazio e rilevanza, è Kylie Jenner, l'unica ragazza bianca (oltre a Rosalìa), accusata di appropriazione della 'Black culture' . Ragion per cui, è stata molto criticata la sua presenza in una canzone che dovrebbe celebrare la bellezza e la sensualità delle donne nere. È stata addirittura lanciata una petizione per rimuovere la scena incriminata. Cardi B ha spiegato che le ha chiesto di comparire in qualità di cara amica di famiglia, ma la polemica è ancora nell'aria.
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Il singolo tanto polemizzato ha avuto altri riscontri positivi; La ginecologa Jen Gunter, ad esempio, ha scritto un lungo saggio pubblicato dal New York Times in cui elogia la canzone per aver parlato apertamente di una questione che è da sempre oggetto di tabù e disinformazione, ovvero la lubrificazione vaginale (per non parlare della masturbazione femminile). Spero abbia fatto riflettere tante persone sul fatto che, WAP non è l'apoteosi dell' oggettificazione della donna, ma una parte del trionfo dell'emancipazione femminile. Le ragazze non sono tutte uguali, il patriarcato non ha una sola faccia e non esiste un solo modo per raggiungere la propria liberazione.
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Curiosità: il brano anticipa l’uscita del secondo album in studio della rapper Cardi B direttamente dal Bronx, in arrivo nei prossimi mesi.
Pensate di essere pront*? Io non credo proprio!
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