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Winta Beyene: tra visual e fashion


Spesso quando si parla di lavoro nel mondo della moda il pensiero va subito a designer e stylist, in un magico mondo elitario di eventi mondani addobbati da lustrini e strass, ma la realtà non è questa. Gli sbocchi professionali nel settore moda sono sfaccettati e variegati, ciascuno importante a modo suo, e le strade per arrivarci sono davvero tantissime.  


Ma chi poteva spiegarmi meglio quale fosse il proprio ruolo e percorso se non chi ci lavora dentro? Così è iniziata la mia ricerca, e tra un tap e un click mi sono imbattuta in lei, Winta Beyene.

La parola che sin da subito ho associato a Winta è stata creatività. Basta scorrere il suo profilo Instagram per perdersi in look audaci e studiati, minimali ed eclettici. Ma ciò che racconta Winta non sono solo abiti. Lei stessa si definisce “Eritrean girl born in Italy” e questo dice già tanto. Nel suo profilo mi sono persa nelle storie e nei racconti della sua cultura d’origine, a noi forse troppo sconosciuta. 


E così che è nata la mia grande curiosità verso Winta, una ragazza che ha fatto della sua passione un lavoro, partendo dal basso, senza demordere, e della sua storia un “contenuto” da condividere per informare ed educare.

Non possiamo far altro che riproporlo a voi. 


  • Ciao Winta, dacci una piccola presentazione di te.

Ciao, io sono Winta Beyene, sono nata a Parma e ho origini Eritree, ho 32 anni, nella vita sono Visual Merchandiser e la più grande passione, che coltivo sin da piccola, è la moda.

  • Quale è stato l’iter che hai percorso per fare questo lavoro nella moda?

Io ho percorso una gavetta, sono partita dal negozio, quindi dal cuore pulsante, ho fatto la commessa per diversi anni. Anni fa andai a Londra perché sognavo di  studiare e fare la stylist, lì lavorai in un negozio, e poi tornata in Italia continuai a lavorare negli store, ma il mio obbiettivo era diventare Visual. Lasciai allora il lavoro che avevo, finendo da tutt’altra parte, in show-room da Marcelo Burlon. Quella è stata l’esperienza più bella e formativa della mia vita, ho conosciuto tante persone da tutto il mondo, tanti buyer, e lì ho scoperto tanto, come funzionava davvero quel contesto. Poi è arrivata l’occasione del Visual in un altro colloquio, e lì ho coronato un mio grande obbiettivo lavorativo

  •  Qual è la cosa che più ti da soddisfazione del tuo lavoro?

Vedere il lavoro finito. Quando si concretizza tutto è emozionante. Dalla creazione, alla realizzazione, a vederlo finito è molto gratificante (soprattutto quando si lavora di notte!). 




  • Su IG sei una content creator, ultimamente racconti i tuoi cambi look con molta ironia. Quanto è importante per te la comunicazione sul social? e come è nata?

Questa esperienza sul social nasce qualche anno fa. In realtà in passato ho avuto due blog. Il primo aperto nel 2010, dove parlavo di moda, ma in verità non mi sentivo davvero pronta ad incalanarmi in quel mondo lì, ero un pò spaventata, chissà magari se avessi coltivato bene quell’occasione lì... Passati anni ne aprì un’altro (un pò sotto pressione del mio ragazzo e della ia migliore amica), ma anche in quell’occasione decisi si fermarmi perché vedevo che Instagram prendeva piede, e quindi decisi di continuare lì sul social perché lo sentivo più immediato, poi io amo molto la fotografia, quindi ho preferito comunicare più così che con la scrittura.  Su IG nell’ultimo anno ho avuto uno scatto maggiore, prima l’avevo un pò accantonato per motivi di lavoro, ma poi mi son detta "non voglio rinunciare alle mie passioni" quindi ho cercato di far coesistere le due cose. Mi diverto a creare dei contenuti, che possono essere outfit o Visual art o Visual mind.




  • Sul tuo IG spesso racconti della tua cultura Eritrea, dalla storia dei costumi al rito del caffè. 

Ho entrambi i genitori eritrei, e anche se sono nata in Italia, loro hanno sempre cercato di portare in casa, ed infonderci. la cultura Eritrea. Ho imparato sin da piccola la lingua eritrea e mi piace conoscere la nostra cultura, spesso mi pace condividerla poiché è molto poco conosciuta, se ne parla poco. Durante il lock down, mi sono immaginata di far compiere ai miei follower un viaggio virtuale in Eritrea dove spiegavo quelli che sono tutti i nostri aspetti, i nostri costumi. 




  • Credi che le tue origini abbiano influenzato la tua personale visione di moda? 

No. Io sono una persona molto eclettica in ambito moda e mi piace sperimentare tutto, mixare stili, poi amo molto lo stile nordico. 

  • Sul tuo canale denunci anche spesso le discriminazioni che vengono fatte alle persone di colore...

Sì, io non mi definisco attivista, ma allergica alle ingiustizie. Quest’anno, come sempre purtroppo, si è parlato di questo tema del razzismo e non sono riuscita a stare zitta, non volevo essere complice di questo silenzio che c’era da troppo tempo. Io ne ho parlato perché ho trovato il tutto troppo folle. In Italia questa assurdità continua. 

  • In una tua intervista rilasciata a All the pretty Birds racconti che, fortunatamente, tu non hai avuto problemi legati al colore di pelle.

Io nella mia vita sono sempre stata fortunata. Non ho mai avuto problemi. Trovarsi con delle persone sul posto di lavoro che possono avere delle loro ideologie sì, mi è successo, ma mai essere discriminata. So però di altre persone che hanno avuto questi tipi di problemi, ed è davvero terribile. 



  • Per concludere, qual è il consiglio che daresti a delle ragazze che condividono la tua stessa passione, e che vorrebbero accedere al mondo della moda?

Nella moda devi avere un dono, una creatività grande. Bisogna far tesoro di questa creatività, sprigionarla, ma anche imparare tanto, informarsi e poi avere il coraggio di farsi avanti. Il mondo della moda ha bisogno di persone giovani con voglia di fare, pronti a promuovere idee nuove e innovative. C'è sempre bisogno di persone giovani, quindi forza, volontà e coraggio.

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