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La London fashion week con un accento sempre più British

Si è appena conclusa la seconda tappa di questo fashion month: la London fashion week!

Una settimana della moda molto attesa e discussa quella di Londra, la prima post Brexit, in un ciclone di scontri e polemiche. Ma quali sono stati i messaggi lanciati dai designer in questo turbinio di cambiamenti?


Quest’anno più che mai le aziende storiche che sono scese in passerella, hanno parlato con un accento super british: design, tessuti e richiami all’identità britannica ad ogni passo, tranne per qualche piccola eccezione.


Michael Halpern ha scelto di disegnare una collezione totalmente ispirata alle donne londinesi degli anni ’70, dalle ribelli che facevano del punk il loro stile di vita, alle più borghesi in camicia e tailleur. Un unico filo conduttore guida i richiami seventies delle forme e dei colori, un fiore identitario della cultura inglese, il Giglio. Capace di crescere e fiorire anche nelle più fredde temperature britanniche, il giglio è stato ripreso nella sua natura dal design degli abiti a quello degli accessori, arrivando a diventare protagonista finanche nel make-up.


E se Halpern è stato ispirato da motivi floreali e donne londinesi, Erdem ha tratto spunto da un’icona della cultura inglese, Cecil Beaton. La collezione disegnata da Erdem Moralıoğlu, andata in scena alla National Portrait Gallery, è stata un’omaggio all’artista, fotografo e scenografo londinese del ‘900. Per rendere la collezione il più fedele possibile alla figura di Beaton, il first designer di Erdem ha lavorato per mesi a stretto contatto con Robin Muir, curatore della mostra retrospettiva sul fotografo, che verrà inaugurata il prossimo mese nella location della sfilata. 

“La mostra originariamente si chiamava The Age of Silver. Quel titolo è rimasto con me. Ha ispirato l'intera collezione (...) Questo fascino per l'argento, le sfumature dell'argento e la metallicità. Il modo in cui le sue foto brillano. Ma guarda anche da vicino i fondali che ha realizzato. Giocava spesso con i check, come una scacchiera - un motivo in bianco e nero, o pois, o stelle - Questi set e le muse sarebbero diventati alleati, e i set sono diventati i vestiti.” dice Erdem Moralıoğlu. Una sfilata dove tra argenti, fiocchi e motivi a scacchi, l’androgino regna sovrano, tutto in chiave strettamente English.


E se si parla di London fashion week, non si può non citare la maison più storica della città, Burberry. Un settimana della moda molto difficile quella di Burberry, che ha visto mancare il suo maggior cliente, la Cina. Il brand londinese che esporta al colosso asiatico il 40% dei suoi prodotti, ha subito nell'ultimo trimestre un gravissimo crollo economico, dovuto alla chiusura temporanea dei tanti rivenditori in Cina, e aggravato dalla mancanza dei buyer cinesi a lui tanto cari, a causa del blocco dei trasporti con il continente asiatico.

Ed è così che Burberry, in via del tutto eccezionale, si è trovato costretto a rivolgere i suoi inviti a un pubblico prevalentemente Inglese. Poco male dato che, anche questa collezione, parla British. L’iconico pattern del brand è stato matchato con fantasie tartan e principe di Galles, in una collezione intitolata Memories e che vede il passato di Londra, dalle geometrie ai tessuti, l'unico protagonista.


E dopo tutto questo trionfo dai toni inglesi, si passa ad un altro caposaldo della cultura britannica, l’Irlanda. Quest’anno alla London fashion week Rocha ha portato in passerella un collezione ispirata alle sue origini metà irlandesi, in un mix di candore e purezza. Alla sfilata sono state disposte sulle sedute per gli invitati delle poesie di Riders to the Sea di John Millington Synge del 1905, che raccontano il dolore di una donna rimasta vedova dopo la perdita di suo marito in mare. Una collezione dai toni malinconici, dalle forme ottocentesche e dai colori tenui, che riportano alla mente lo straziante romanticismo inglese.


Ma in questo tripudio di patriottismo una nota dissonante ha colorato la London fashion week, l’arrivo di Tommy Hilfigher. Dopo aver disertato la New York fashion week, Tommy è arrivato a Londra con il suo tour Tommy Now Show. Un'occasione speciale in cui il designer ha presentato una collezione ideata insieme a Lewis Hamilton e H.E.R. Focus della sfilata sono stati due dei temi più sensibili del momento: l’eco-sostenibilità e l’inclusvità. I capi che hanno sfilato in passerella, e che saranno acquistabili molto presto, sono il più green possibile: 100% cotone organico e materiali riciclati, per un totale del 75% green sull’intera collezione. Dati importanti che fanno ben sperare al preludio di una moda molto più attenta…quanto inclusiva! Un nuovo traguardo per Tommy che ha realizzato una sfilata con pezzi totalmente unisex: nessuna distinzione tra forme femminili e maschili, ognuno è libero di scegliere ciò che più gli piace e che più lo fa sentire a suo agio, eliminando qualsiasi barriera di sesso.


Per Londra è stata la prima fashion week di una nuova era, che esalta in tutto la sua storia e le sue origini, dove il suo stile, come in una felice monarchia, regna sovrana.

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