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Tamara De Lempicka. Perché non esistono miracoli.

Tamara De Lempicka, nata il 16 maggio 1898 a Varsavia, fu una pittrice polacca rappresentante del movimento Art Déco.

Crebbe in un ambiente benestante e raffinato, tra San Pietroburgo, Varsavia e Losanna. Nel 1914 fu bloccata dalla guerra a San Pietroburgo, dove si iscrisse all'Accademia di Belle Arti.

Dopo la Rivoluzione d'Ottobre la sua vita venne sconvolta e raggiunse Parigi. Resterà per lungo nella città francese, dove Tamara iniziò quindi con grande tenacia la sua carriera di pittrice. Nel 1920, all'accademia Ranson, fu allieva di Maurice Denis e, all'accademia Grande Chaumière, di André Lhote. Fu lì che gradualmente forgiò il suo stile che, in una sintesi inaspettata di arte manierista rinascimentale e neo-cubismo, trascrisse perfettamente la moda del suo tempo. Con una stilizzazione neo-cubista, le sue opere, soprattutto ritratti, sono caratterizzate da una modellazione accentuata, colori vivaci ma in una gamma striminzita e precisa, valorizzata da sfondi grigi o neri. La composizione molto stretta è ispirata alla neonata inquadratura cinematografica.

L'inizio della sua carriera coincide con la sua prima mostra personale a Milano nel 1925. È lì che incontra Gabriele D'Annunzio e il suo eccentrico entourage aristocratico.

Al suo ritorno in Francia, ha partecipato a pieno titolo alla vita artistica e sociale di Parigi, dove ha incontrato nuovi modelli per i suoi quadri tra i rampolli dell'aristrocrazia europea e varie figure di spicco dei salotti. Nel 1928, allestisce la sua casa-laboratorio al n. 7 di rue Méchain, nel 14° arrondissement di Parigi, progettata dall'architetto Robert Mallet-Stevens.

Famosa per la sua disinvoltura e la sua modernità, Lempicka era notoriamente bisessuale. Le sue relazioni con uomini e donne erano condotte in modi considerati scandalosi all'epoca, e nei suoi studi sul nudo includeva spesso temi di desiderio e seduzione. Negli anni Venti, negli ambienti letterati, ebbe stretti rapporti con altre donne omosessuali e bisessuali, tra cui Violet Trefusis, Vita Sackville-West, e la famosa scrittrice Colette. Si legò anche a Suzy Solidor, una cantante di un nightclub della Boîte de Nuit, di cui dipinse in seguito il ritratto.


In fuga a causa della minaccia della guerra, si trasferì negli Stati Uniti nel 1939. Dopo il conflitto, il suo lavoro cadde nell'oblio fino a quando la riscoperta dell'Art Déco negli anni Settanta ne ha riportato alla ribalta il nome. Non è raro inoltre vedere sue opere omaggiate o apprezzate da numerosi artisti: ad esempio, tra i collezionisti delle sue opere troviamo figure del calibro di Jack Nicholson e Barbara Streisand. O ancora, Madonna nei suoi video cita volentieri i quadri di Tamara de Lempicka, replicandone le inquadrature e lo stile, come ad esempio in Vogue ed Open your Heart.

 

"Non ci sono miracoli, c'è solo quello che si fa".

Tamara de Lempicka

 

Lempicka ha sempre dato grande importanza al suo instancabile lavoro per produrre la propria fortuna. Grazie al suo successo si è creata uno stile di vita edonistico, fatto di arte e salotti, di lusso, modernità e lenzuola di seta. Tamara de Lempicka occupa un posto speciale nell'arte del Novecento, e nonostante la sua modesta produzione (appena 150 dipinti nel suo periodo migliore, tra il 1925 e il 1935), le sue opere evocano perfettamente la classe dei suoi ambienti, riflettendo lo stile e la moda dei Ruggenti anni Venti europei.

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